Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha assicurato più volte, per scritto e telefonicamente, al commissario UE agli Affari Monetari Pedro Solbes, che l’Italia rispetterà i parametri fissati dal piano di stabilità europeo.
Secondo il portavoce di Solbes, Gerassimos Thomas, Tremonti si è impegnato ad adottare anche “misure correttive con l’obiettivo di raggiungere quest’anno il parametro di deficit in linea con il programma di stabilità”.
Per il 2001 l’obiettivo originariamente fissato dal governo era un rapporto tra deficit pubblico e porodotto interno lordo dello 0,8%. In occasione della trimestrale di cassa, lo scorso aprile, e alla luce del rallentamento dell’economia, questo obiettivo era stato però portato all’1%. Il prodotto interno lordo, che secondo le prime stime avrebbe dovuto crescere quest’anno del 2,9%, si pensa crescerà del 2,5%.
Ora, la vicenda scoppiata mercoledì sera con l’annuncio in diretta televisiva al Tg1 di un buco nella finanza pubblica che potrebbe arrivare anche a 62.000 miliardi di lire, sta facendo preoccupare e discutere le istituzioni internazionali.
La Banca Centrale Europea ha fatto sapere, come riporta la stampa italiana, che l’Italia rischia la sua “credibilità in tema di risanamento della finanza pubblica”; lo stesso Solbes ha detto di non volersi pronunciare sulle nuove cifre in quanto la sensazione è che siano “ambigue” e “bisognose di molti chiarimenti”.
Gli economisti interpellati da Wall Street Italia sono perplessi.
Sergio Lugaresi, economista di Banca di Roma, afferma che in realtà nessuno conosce ancora chiaramente l’ampiezza di questo buco.
“Innanzi tutto perché siamo a metà anno e quindi si ragiona sulle previsioni – dice – inoltre perché Ragioneria Generale dello Stato e Banca d’Italia adottano due sistemi di conteggio diversi”.
Secondo Lugaresi è vero che “il precedente governo ha lasciato qualche pillola amara, fatta di un bilancio pubblico che nell’ultimo anno è peggiorato”; l’economista ritiene però che la mossa del ministro dell’Economia abbia “un suo ritorno ai fini interni, per presentarsi più forte quando si parlerà di operare tagli alle spese o di centellinare concessioni”.
Dello stesso avviso Andrea Brasili, analista macro-area euro di Ubm. Il quale aggiunge: “lo scostamento dall’obiettivo per il 2001 dello 0,8% nel rapporto tra deficit e prodotto interno lordo c’è, ma l’allarme di Tremonti mi sembra eccessivo”.
Brasili sostiene che lo scostamento potrà esserci sul fronte delle spese “e su questo aspettiamo indicazioni o conferme dalla Banca d’Italia; ma le entrate non vanno così male: escludendo i minori introiti dai capital gains per 13.000 miliardi di lire (del resto già previsti nella trimestrale di cassa presentata in aprile) causati dal cattivo andamento della borsa, non ci sono evidenze particolari a giustificare l’attesa di un deficit tanto superiore alle previsioni”.
Anche secondo Gianluigi Mandruzzato, economista macro di Comit, l’uscita di Tremonti è una manovra politica: “credo che il ministro Tremonti abbia voluto ritagliarsi uno spazio di manovra per ottenere molti risultati con una sola mossa”.
Quali? Nel breve, dice l’economista, “intanto penso che l’annuncio di questo buco non ostacolerà l’approvazione del pacchetto dei 100 giorni: poiché il governo sostiene che è neutrale dal punto di vista finanziario e quindi non necessita di copertura, probabilmente passerà con facilità, mentre noi riteniamo che abbia il suo peso finanziario e che si farà sentire verso la fine dell’anno”.
“Sul lungo termine – aggiunge Mandruzzato – e una volta che saranno già passati gli sgravi fiscali a favore delle imprese, su questo buco potrebbe infrangersi la realizzazione di tagli alle imposte, come promesso in campagna elettorale. Un aspetto positivo è che in questa situazione il dovuto rigore nella gestione della finanza pubblica e la necessità di riforme strutturali saranno assicurati”.