Per far fronte all’emergenza coronavirus la Commissione europea ha deciso oggi di sospendere il Patto di Stabilità anche nel 2022. Questo significa che i paesi dell’Unione europea potranno sforare la famigerata soglia del 3% per quanto riguarda il deficit dei conti pubblici senza incorrere in sanzioni.
La prima sospensione delle regole europee era stata decisa proprio nel marzo di un anno fa per sostenere le economie europee alle prese con i primi effetti della pandemia.
Proprio per fare fronte all’emergenza sanitaria nel 2020 il rapporto tra deficit e Pil dell’Italia è schizzato al 10,9% e dovrebbe progressivamente scendere al 7,5% nel 2021, secondo le stime contenute nel Fiscal Monitor del Fondo monetario internazionale. Nel complesso il debito pubblico del nostro Paese h toccato nel 2020 il 157,5%, con un balzo di oltre 20 punti percentuali rispetto al 134,6% del 2019, e con una stima del 159,7% alla fine del 2021.
Patto di Stabilità, possibili modifiche di lungo periodo
La Commissione europea ha anche caldeggiato questa mattina il proseguimento delle misure di sostegno pubblico all’economia fino al 2023.
“Le indicazioni preliminari suggeriscono di continuare ad applicare la clausola di salvaguardia nel 2022 e di disattivarla a partire dal 2023”, si legge in una nota di Bruxelles, che avverte anche sul rischio di ritirare in modo troppo prematuro gli aiuti pubblici stanziati a favore delle economie. Il supporto, si legge nella comunicazione sull’orientamento di bilancio della Commissione, “dovrebbe essere mantenuto quest’anno e il prossimo”, dunque nel 2021 e nel 2022.
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Nel presentare in conferenza stampa le nuove linee guida sulle politiche di bilancio Ue, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha anche aperto alla possibilità che vengano apportate modifiche e riforme al Patto di stabilità e di crescita.
“Avendo dato il via a una revisione, ovviamente siamo aperti a cambiare le regole, inclusa la possibilità di riformare” a livello legislativo le regole. Dombrovskis ha anche affermato che “c’è speranza all’orizzonte per l’economia dell’Ue”, puntualizzando tuttavia che “per ora la pandemia continua a danneggiare persone ed economie.
Per attutire questo impatto e per promuovere una ripresa resiliente e sostenibile, il nostro messaggio chiaro è che il sostegno fiscale dovrebbe continuare per tutto il tempo necessario”.