Economia

Continua l’espansione dell’impero di Goldman Sachs in Europa

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Roma – Continua il percorso di dominio dell’Europa da parte della grande banca d’affari Usa. Mark Carney, al momento governatore della Bank of Canada e a capo del Financial Stability Board, uno dei più rispettati banchieri centrali, potrebbe ricevere le redini della Bank of England. Sarebbe il primo a rompere la tradizione che dura ormai da 318 anni, e che vede al trono del grande istituto un cittadino inglese.

Potrebbe sostituire l’attuale governatore Sir Mervyn King. Mai successo in Inghilterra, comunque più in generale caso eccezionale che si opti per uno straniero alla guida dell’istituto centrale di un paese. Tra questi l’americano/israeliano Stanley Fischer, dal 2005 governatore della Bank of Israel.

Carney, ex-Goldman dove ha lavorato per circa 13 anni, negli uffici di Londra, Tokyo, New York e Toronto, ha assunto diverse posizioni di rilievo presso la banca d’affari, tra cui a capo della sezione rischio sovrano, mercati dei capitali paesi emergenti, direttore esecutivo, managing director e nel comparto investment banking.

Coinvolto nello scandalo che colpì Goldman nel 1998 durante la crisi finanziaria della Russia quando, seppur fornendo consigli al paese su come uscire dal periodo nero, la banca d’affari allo stesso tempo scommetteva sul fallimento e sull’incapacità di Mosca di ripagare il suo debito.

Carney non è comunque completamente estraneo all’Inghilterra. Oltre ad aver lavorato, come detto, per diversi anni presso l’ufficio Goldman a Londra, ha moglie inglese e vanta un percorso formativo presso la Oxford University. In aggiunta, “essendo cittadino canadese è soggetto alla Regina”, come detto da un suo sostenitore.

Torna comunque di attualita’ il tema dopo il gran numero di cariche ex-Goldman portate nei punti alti del potere in Europa. Si pensi ai due italiani Mario Monti (Premier Italia) e Mario Draghi (Presidente Bce). Adesso il tutto sembra solo cercare di capire chi sarà il prossimo paese a finire dentro i tentacoli de “La Piovra”.