Come nelle attese del mercato, la Fed, nella sua quinta riunione dell’anno, la quarta con al comando il governatore Jerome Powell, ha confermato i tassi di interesse, lasciandoli all’1,75-2%, soglia a cui furono portati lo scorso giugno con un rialzo di 25 punti base. Le attese del mercato sono per altre altre due strette previste entro la fine del 2018 dopo quelle realizzate a marzo e giugno. La prima dovrebbe arrivare già a settembre.
Nel comunicato finale, il Fomc, braccio operativo della banca centrale Usa, ha confermato che il mercato del lavoro ha “continuato a rafforzarsi”, così come “l’attività economica è cresciuta a un ritmo forte”. Una visione decisamente più positiva rispetto al comunicato di giugno, quando si parlava di crescita “solida”.
Inoltre, la dichiarazione ha rilevato che la spesa delle famiglie, insieme agli investimenti fissi delle imprese, sono “cresciuti ad un ritmo forte”. Le modifiche arrivano pochi giorni dopo i dati sul PIL del secondo trimestre, cresciuto del 4,1%, al ritmo più veloce in quasi quattro anni.
Gli analisti scommettono inoltre che l‘incontro odierno sia stato più vivace del solito a causa del dibattito all’interno del Fomc sul punto di arrivo della politica restrittiva. Questa discussione potrebbe venire alla luce solo nei verbali della riunione in agosto. Alcuni osservatori affermano che la Banca Centrale americana si sta avvicinando a un punto di neutralità, ovvero un livello in cui i tassi d’interesse non accelerano né rallentano l’economia.
“Abbiamo quasi il 95% di possibilità di un rialzo dei tassi a settembre”, ha detto Diane Swonk, capo economista di Grant Thornton, aggiungendo che “È possibile che non vi sia un consenso completo su quale sia il punto di svolta tra la politica di accomodamento e la politica di restrizione. Ci sono molti membri tra cui [il presidente della New York Fed] John Williams che al quarto aumento quest’anno, i tassi si trasferiranno in un territorio neutrale“,
A questo proposito, la Fed ha detto nel verbale della sua riunione di giugno che potrebbe raggiungere la neutralità “in un momento non precisato l’anno prossimo”.