ROMA (WSI) – L’imposta di bollo sui conti corrente ha un importo diverso a seconda che siano intestati a persone fisiche o giuridiche. Nel primo caso, infatti, è pari a 34,20 euro, nel secondo a 100 euro. I condomìni, che per legge devono possederne uno per l’amministrazione delle spese dello stabile, dovrebbero rientrare nella prima qualifica, ma non sempre è così.
Il problema è stato sollevato dall’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari (Anaci), che ha denunciato pratiche scorrette da parte delle banche proprio rispetto all’applicazione dell’imposta di bollo su conti online e tradizionali dei condomìni.
La definizione che spetterebbe a questa categoria di utenti, infatti, è quella di “consumatore”, pienamente equiparata a quella della normale persona fisica. Molti istituti avrebbero rifiutato di riconoscere questo status e avrebbero applicato quella di “professionista”. Sembra solo una questione di termini, invece si traduce in un aggravio ingiustificato sugli inquilini, che versano l’imposta di bollo da 100 euro anziché quella corretta di 34,20.
I disagi non finiscono qui, perché ai conti intestati a persone giuridiche sono applicati anche costi più alti per eventuali sconfinamenti. Anaci ha chiesto all’Abi che la questione sia risolta rapidamente, per evitare che questa sia l’ennesima spesa legata alla casa che gli italiani faticano ad affrontare.
“Si tratta di una situazione a cui occorre porre immediatamente rimedio – ha dichiarato Pietro Membri, Presidente Anaci – soprattutto nella grave condizione economica delle famiglie rilevata recentemente dall’Istat secondo cui le spese per l’abitazione nel 2012 sono aumentate del 7,1%, evidenziando che nella progressiva diminuzione delle voci di spesa che caratterizzano i consumi delle famiglie, l’unica di queste che ha subito aumenti è stata quella dell’abitazione”.
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