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Cop28, sta per partire l’edizione più controversa. E piena di contraddizioni

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Dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 si terrà la COP28 di Dubai, la 28° edizione del vertice internazionale sul tema della crisi climatica organizzato dalla Convenzione Quadro dell’ONU sul Cambiamento Climatico (UNFCCC).

Un’edizione che farà parlare molto di sé, sia per i temi importanti di cui si parlerà ma anche per la presenza di molti rappresentanti favorevoli ai combustibili fossili. Come il presidente di questa edizione della Cop, Sultan al-Jaber, amministratore delegato del colosso petrolifero degli Emirati Arabi Uniti ADNOC, azienda petrolifera che secondo la ONG Global Witness spende più di 1 miliardo di dollari ogni mese per tutto il decennio in corso per l’acquisto di combustibili fossili.

Il caso Al Jaber: presidente della Cop28 ma spende un miliardo al mese in combustibili

Ci sono crescenti preoccupazioni sulla capacità della COP28 di Dubai di ottenere risultati impattanti, che risalgono almeno a gennaio, quando gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno annunciato Sultan Al Jaber come nome del presidente del processo negoziale. Questo ruolo è cruciale poiché la qualità della presidenza gioca un ruolo fondamentale nel facilitare compromessi su questioni controverse durante le due settimane di vertice sul clima. Inoltre, la presidenza ha il diritto di proporre una sintesi delle richieste avanzate dai paesi nelle bozze dei comunicati finali, il che lo rende un ruolo di grande rilevanza.

Al Jaber ha precedentemente svolto il ruolo di inviato speciale per il clima degli EAU e ha partecipato a diverse COP precedenti prima dell’edizione dell’anno in corso. Tuttavia, la sua posizione più significativa è quella attuale come numero uno di ADNOC, la compagnia nazionale del petrolio degli EAU. Questo pone una notevole contraddizione, poiché l’azienda è una delle principali aziende legate ai combustibili fossili e ha progetti di produzione e distribuzione di petrolio su vasta scala.

La preoccupazione principale riguarda il fatto che, nonostante il ruolo ufficiale di presidente della COP28, Sultan Al Jaber sia a capo di un’azienda che contribuirà significativamente all’emissione di enormi quantità di combustibili fossili nel mercato globale, inclusi 7,6 miliardi di barili di petrolio equivalente nei prossimi anni. Entro il 2050, ADNOC avrà investito 387 miliardi di dollari in petrolio e gas; ciò avviene mentre uno dei temi centrali del vertice sul clima è proprio la necessità di stabilire una data e un percorso per una graduale riduzione delle fonti fossili.

Questa scelta è stata fortemente criticata sia da numerose organizzazioni non governative che da molti paesi, che la ritengono irresponsabile e contraddittoria. Tuttavia, gli EAU sembrano ignorare queste critiche e procedere con la nomina di Sultan al-Jaber come presidente della COP28, nonostante le evidenti contraddizioni tra la sua posizione aziendale e il ruolo di leadership in un vertice che cerca di affrontare la crisi climatica. Un portavoce di ADNOC ha respinto l’analisi di Global Witness come speculativa e inesatta, non fornendo però ulteriori dati.

Perché quest’anno la Cop sarà più importante degli anni passati

Dopo le molte difficoltà della scorsa edizione, la COP28 di Dubai riveste una notevole importanza quest’anno per una serie di ragioni complesse. Alcune di esse hanno un carattere tecnico: entro il 2023, si deve condurre il primo Global Stocktake (GST), un momento chiave in cui vengono valutati i progressi compiuti verso gli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi del 2015. Questa revisione include anche una spiegazione dettagliata del funzionamento del GST e del perché esso sia rilevante.

Altri motivi per l’importanza di questa COP28 sono di natura pratica e finanziaria. Dopo anni di ritardi, ci si aspetta finalmente che i paesi ricchi mettano sul tavolo i 100 miliardi di dollari all’anno promessi per la finanza climatica nel lontano 2009. Tuttavia, il dibattito è ora incentrato sulle crescenti esigenze di finanziamento necessarie per affrontare la crisi climatica, che superano ampiamente questa cifra.

Vi sono anche motivi di rilevanza scientifica e politica. Questa COP è la prima che si tiene dopo la pubblicazione completa dell’ultimo rapporto del 6° Assessment Report (AR6) dell’IPCC, il Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, che raccoglie e sintetizza la scienza climatica più aggiornata. I rapporti dell’IPCC costituiscono una base scientifica cruciale per la definizione delle politiche climatiche. Inoltre, va sottolineata l’importanza di nuovi fattori politici. La crescente rivalità tra Stati Uniti e Cina su diverse questioni è evidente, ma finora il clima è stato un ambito in cui entrambe le nazioni hanno cercato una collaborazione proficua. Tuttavia, non è certo che questa cooperazione continuerà a Dubai.

Infine, va notato che molti osservatori considerano questa COP28 come l’ultima possibilità di preservare l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, stabilito negli Accordi di Parigi. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale definire una chiara direzione per il 2030, il che richiede una maggiore ambizione nel breve termine.