Copernico SIM punta a diventare un polo aggregativo delle società di consulenza finanziaria indipendenti
La peculiarità di Copernico SIM è l’indipendenza da gruppi bancari e assicurativi e, proprio da qui e dal tema caldo degli incentivi, inizia la nostra chiacchierata con Gianluca Scelzo, consigliere delegato e direttore commerciale di Copernico SIM:
“Quando dico che l’indipendenza di Copernico è reale intendo multi-brand puro, perché non produciamo prodotti in house a marchio Copernico, ma dal 1999 collochiamo solo comparti di case di investimento terze. Questa caratteristica ci rende liberi, da spinte commerciali e conflitti di interesse, di operare nell’interesse del cliente. I nostri sforzi stanno andando verso la consulenza indipendente: puntiamo a diventare a tutti gli effetti un polo aggregativo per le tante società di consulenza finanziaria indipendente che stanno nascendo sul mercato italiano ma che, da sole, faticano a sostenere gli elevati costi fissi. Prima di spalancare definitivamente questa finestra nel nostro modello di business ed evolvere la parte core di ricezione e trasmissione ordini, stiamo sondando il terreno. Sicuramente l’ammissione sul segmento Euronext Growth Milan (ex AIM) di Borsa Italiana ha consolidato ulteriormente la nostra brand reputation”.
La formazione in Copernico SIM
Essere consulenti indipendenti significa anche distinguersi per competenze e professionalità e la SIM friulana è in prima linea nella formazione:
“Nel primo anno, come da normativa, al consulente è assegnato un tutor di riferimento che lo aiuta nella gestione delle problematiche e lo segue nella costruzione dei portafogli dei clienti. L’affiancamento nel percorso formativo continua per i successivi 2/3 anni, soprattutto su tematiche commerciali. Ci tengo a sottolineare che i professionisti di Copernico sono formati da un team di consulenti finanziari, che svolgono la professione ogni giorno, non fanno i manager o gli accademici. Questo perché siamo dell’idea che può insegnare solo chi ogni giorno svolge in prima persona questo mestiere, tanto complicato quanto affascinante. Io, ad esempio, non potrei pensarmi senza i miei clienti. Viverli, stargli accanto e accompagnarli nei loro progetti, nelle sfide e nei momenti decisivi della vita è la parte più bella del mio lavoro. Che però, appunto, non può prescindere da una formazione continua che in Copernico è supportata dalle società prodotto, dall’ufficio studi e dal nostro comitato investimenti a cui partecipano i professori Emanuele Maria Carluccio e Ugo Pomante, oltre che da istituzioni di settore”.
Il valore della consulenza finanziaria
A proposito di vicinanza al cliente, il 2022 è stato un anno oggettivamente complesso per economie e mercati e la mancanza di porti sicuri ha bruscamente ricordato l’importanza di affidarsi a professionisti nella gestione dei propri risparmi, puntando i riflettori sul valore aggiunto della consulenza finanziaria, enfatizzato anche da Scelzo:
“Il ruolo del consulente finanziario è fondamentale perché mantiene la calma nei momenti in cui la calma del cliente scompare. Se i mercati salgono il consulente deve essere bravo a smorzare l’euforia del cliente, se i mercati scendono il bravo consulente deve saper fugare la paura e rinnovare l’entusiasmo perso dal cliente, guidandolo nel mantenimento della barra dritta sugli obiettivi di lungo periodo pianificati insieme. In Copernico abbiamo la lungimiranza e la prudenza nel DNA, che ci hanno permesso di reggere bene l’urto soprattutto nel primo semestre del 2022, per poi riposizionarci più aggressivi durante l’anno per cogliere le opportunità a sconto offerte dalla crisi”.
Il consulente finanziario del futuro secondo Copernico SIM
Provando a lasciarci alle spalle l’annus horribilis, viene naturale chiedersi come si evolverà il mondo della consulenza finanziaria nel prossimo futuro:
“Il consulente del futuro me lo immagino molto più flessibile rispetto al passato e molto più orientato al cliente. Nei prossimi anni a mio avviso si distinguerà chi è davvero preparato, sia tecnicamente che trasversalmente ed emotivamente, chi avrà più competenze e più variegate rispetto al passato, capaci di rispondere alle nuove esigenze e ai nuovi target di clientela. Ad esempio i consulenti finanziari moderni devono fare i conti ogni giorno con la malsana proliferazione di trading online, criptovalute e certificati. Inoltre, il consulente del futuro non solo avrà l’arduo compito di gestire l’ottovolante emozionale del cliente, ma dovrà anche essere capace di aumentare la velocità di esecuzione, avvalendosi del supporto del digitale. La velocità è molto più importante rispetto al passato perché i cicli economici odierni sono più rapidi e burrascosi e le crisi moderne causano movimenti molto più repentini sui mercati, sia in discesa che in salita. Si apre un’opportunità irripetibile per i giovani, molto più smart e abituati all’utilizzo delle nuove tecnologie, e mi auspico proprio uno svecchiamento dell’industria italiana della consulenza finanziaria, che purtroppo registra ancora un’età media clamorosamente elevata. La leva per accelerare il ricambio generazionale secondo me è in seno alle università, perché evidentemente le iniziative imbastite dalle istituzioni di settore non bastano o non sono abbastanza indipendenti” Le università devono aggiornare la formazione senza demonizzare la componente commerciale ma, al contrario, trasmettere il messaggio che i consulenti finanziari che lavorano da liberi professionisti hanno più libertà operativa per personalizzare a 360 gradi la consulenza sui bisogni dei clienti, oltre a prospettive di guadagno migliori e più meritocratiche. Per questo, come Copernico, ci stiamo impegnando in collaborazioni con gli atenei affinché formino risorse già consapevoli di cosa significhi davvero essere consulenti finanziari”.