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Copyright Ue, come cambiano Internet e mondo informazioni

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La battaglia sulla nuova direttiva Ue sul copyright si è conclusa con un’approvazione votata da 348 parlamentari europei contro 274. La palla passa ora ai vari parlamenti nazionali, che in vista delle attese elezioni europee di fine maggio, avranno un ruolo determinante nel concretizzare i principi, spesso vaghi, enunciati nel testo europeo.

Appare chiaro, però, che la vittoria è andata a grossi editori e artisti; sull’altro versante, invece, i colossi del web come Google e Facebook. Questi ultimi saranno costretti a retribuire i contenuti ospitati sulle loro piattaforme, allorquando essi siano coperti da diritto d’autore. In particolare, l’impatto delle nuove regole colpirà business come Google news e Youtube, che per adeguarsi dovranno elaborare filtri automatici in grado di bloccare sul nascere i contenuti coperti da diritti (Youtube ha già adottato da tempo un algoritmo di questo tipo).

“Gli utenti non avranno la responsabilità se caricano qualcosa. Saranno le piattaforme a avere la responsabilità… e che dovranno verificare se il materiale è legale” ha commentato il relatore del testo, Alex Voss (Ppe). “Questo accordo è un passo importante per correggere una situazione che ha permesso a poche aziende di guadagnare ingenti somme di denaro senza remunerare adeguatamente le migliaia di creativi e giornalisti da cui dipendono”, ha aggiunto.

Wikipedia contro direttiva copyright Ue: gli articoli controversi

Nonostante nelle ultime ore Wikipedia abbia protestato contro la direttiva che ne ha oscurato le pagine, le novità non toccheranno i siti “enciclopedia” (così come i ‘meme’), che potranno ancora avvalersi gratis di contenuti coperti da diritti.

Gli articoli più controversi della direttiva sono l’11 e quello che nel precedente testo era il numero 13 e che, nella versione finale, è divenuto il 17.

Per quanto riguarda la circolazione delle notizie, servizi di aggregazione di notizie potranno far comparire solo anteprime “molto brevi” degli articoli. Tutti i dettagli in merito sono rimessi nelle mani dei parlamenti nazionali che dovranno recepire la direttiva. Fra i gruppi italiani quello del Pd ha votato a favore del provvedimento, mentre il M5s e la Lega si sono opposti. I due partiti di governo avranno comunque cruciali responsabilità nel definire come la direttiva verrà applicata in Italia. La stessa Google ha sottolineato l’importanza dei dettagli applicativi:

“La direttiva sul copyright è migliorata, ma porterà comunque a incertezza giuridica e impatterà sulle economie creative e digitali dell’Europa. I dettagli contano e restiamo in attesa di lavorare con politici, editori, creatori e titolari dei diritti mentre gli Stati membri dell’Ue si muovono per implementare queste nuove regole”.