Si infittisce il giallo sullo stato di salute dittatore nordcoreano Kim Jong-un, che mesi fa era stato dato per morto.
Secondo le ultime notizie diffuse dai media sudcoreani, che citano Chang Song-min, un ufficiale e collaboratore dell’ex presidente di Seul Kim Dae-jung, il leader politico alla guida di Pyongyang sarebbe in coma e al suo posto subentrerà la sorella minore Kim Yo-jong.
Nei giorni scorsi era stato annunciato che il dittatore, pur conservando il potere assoluto, avrebbe ceduto alcuni dei suoi compiti a Kim Yo-jong “per alleviare lo stress”.
“Sono convinto che sia in coma, ma non è ancora morto: la successione non è stata ancora completata, quindi Kim Yo-jong viene portata alla ribalta perché non ci può essere un vuoto di potere prolungato”, ha affermato Chang Song-min.
Un invito alla prudenza arriva dalla National Intelligence Agency di Seul secondo la quale la riforma non è legata ad alcun problema di salute di Kim Jong-un.
Ma “nessun leader nordcoreano affiderebbe alcune delle sue prerogative a un’altra persona a meno che non fosse troppo malato per governare o non fosse stato rimosso con un colpo di stato”, ha insistito Chang Song-min.
Rumors a parte, quello che appare certo è che da inizio anno Kim ha ridotto drasticamente le sua apparizioni in pubblico.
Ciò ha finito per creare forti interrogativi sul perché di questo maggior riserbo, ma, come sempre nel caso degli affari interni della dittatura socialista, anche questa volta non è dato conoscere la verità.
Nei mesi scorsi, le sue sempre più rare apparizioni erano state legate alla pandemia del coronavirus e quindi alla necessità di evitare occasioni di contagio. Mentre altre fonti davano per possibile che il dittatore avesse lui stesso contratto il virus.