Fra le potenze occidentali, la Corea del Nord ha indirizzato le sue minacce in particolare contro gli Stati Uniti. Ma gli Stati europei non sono rimasti indifferenti di fronte al programma nucleare di Kim Jong-Un e ai suoi test missilistici. All’inizio di settembre, la ministra della Difesa francese Florence Parly ha sottolineato che i missili nordcoreani potrebbero essere in grado di raggiungere l’Europa prima del previsto.
Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha specificato: “Il fatto che si tratti di un’area geograficamente molto lontana non evita all’Europa di fare la sua parte nel conflitto nordcoreano. L’Europa ha una voce importante nel mondo, deve usarla”. Merkel ha ribadito più volte la sua contrarietà a ogni eventuale escalation militare e si è detta pronta, se necessario, a far parte di un’iniziativa diplomatica per trovare una soluzione alla crisi: il modello a cui ha fatto riferimento la cancelliera è quello dei colloqui che hanno portato nel 2015 all’accordo nucleare con l’Iran.
I Paesi dell’Unione europea si sono espressi a favore delle sanzioni approvate dalle Nazioni Unite la sera dell’11 settembre e sembrano sostenere la linea contraria a una risposta militare. Insieme agli Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Italia hanno giudicato molto solida ed equilibrata la risoluzione adottata. Le sanzioni decise alla fine del negoziato sono una versione più leggera di quella che era stata proposta all’inizio dagli Usa, che si sono scontrati con l’opposizione di Russia e Cina.
A intervenire sulla questione della Corea del Nord sono stati soprattutto i singoli Stati europei, ma anche le istituzioni dell’Unione europea prevedono un’azione. In un incontro informale dei ministri di Esteri e Difesa che si è svolto a Tallinn il 7 settembre si è pensato di adottare sanzioni proprie, dell’Unione europea, in aggiunta a quelle dell’Onu. Come dichiarato dall’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue Federica Mogherini, a Tallinn è stato deciso di appoggiare l’adozione di “più misure in termini di restrizioni economiche” all’Onu e di lavorare a “misure autonome dell’Ue”.
“Di fronte alla minaccia senza precedenti posta dalla Corea del Nord”, ha detto Mogherini, “solo una comunità internazionale unita può aiutare a trovare soluzioni”. “L’obiettivo è arrivare a una soluzione diplomatica”, ha specificato l’Alto Rappresentante in plenaria al Parlamento europeo. In una precedente occasione Mogherini, a nome dell’Unione europea, aveva dichiarato che la Corea del Nord “deve rinunciare in modo completo, verificabile e irreversibile ai suoi programmi nucleari, di armi di distruzione di massa e di missili balistici”.