A meno di una settimana dall’ultimo lancio missilistico della Nordcorea, Stati Uniti e Corea del Sud hanno avviato oggi la più grande esercitazione aeronautica mai fatta prima e bollata come “assoluta provocazione” dalla Corea del Nord.
Si tratta di una chiara risposta al lancio, cinque giorni fa, del missile balistico di ultima generazione, il più potente finora fra quelli che il Nord abbia testato e che è in grado di raggiungere tutte le città degli Usa, Washington compresa.
All’esercitazione congiunta, che proseguirà sino alla giornata di venerdì, prendono parte in tutto 230 aerei, inclusi sei intercettori di quinta generazione F-22 Raptor e cacciabombardieri F-35. 12 mila uomini del personale militare statunitense proveniente da Aviazione, Marina e Marines partecipano alla manovra, che stando ai media sudcoreani coinvolgerà anche i bombardieri supersonici statunitensi B-1B Lancer.
Nel weekend Pyongyang ha definito, attraverso un editoriale del quotidiano Rodong Sinmun, organo ufficiale del partito comunista nordcoreano, l’esercitazione “l’inizio di una guerra nucleare”.
Il consigliere alla sicurezza nazionale HR McMaster, parlando al Foro annuale Reagan sulla sicurezza, in California, non risparmia critiche a Pyongyang:
“L’era della pazienza strategica è finita. Presto il presidente rivelerà i dettagli della sua nuova strategia e possi dirvi che sarà centrata sulla protezione del nostro territorio, sull’aumento della nostra prosperità, sulla tutela della pace attraverso la forza e, infine, sull’aumento dell’influenza americana”.
Intanto il senatore della Carolina del Sud, Lindsey Graham, intervistato durante la trasmissione tv della Cnbc Face The Nation, giudica giusto l’atteggiamento di Trump nei confronti della crisi nordcoreana, aggiungendo che un conflitto è inevitabile, “perché la Corea del Nord è a un passo dalla messa a punto missile intercontinentale in grado di raggiunger le coste americane”. Dichiarazioni che sono arrivate insieme all’invito agli americani della Corea del Sud si lasciare il paese.