Il continente africano è ad alto rischio per lo sviluppo dell’infezione da coronavirus anche se finora non è stato accertato nessun caso di contagio. A lanciare l’allarme è Africa Cdc, Centri africani per il controllo delle malattie.
Come riporta l’Ansa, il direttore dei Cdc africani, John Nkengasong, rilevando che i contatti con la Cina sono aumentati del 600% negli ultimi dieci anni, ha sottolineato che “l’Africa è ad alto rischio per la diffusione del coronavirus”. “Non ho mai visto un’epidemia dall’evoluzione così rapida”, ha detto ancora Nkengasong. Il problema è che ad oggi in Africa mancano i kit per la diagnosi del coronavirus.
“Non sappiamo il danno che il virus potrebbe provocare diffondendosi in un paese con un sistema sanitario inadeguato» ammette, pensando all’Africa, il direttore generale dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Africa tappa fissa per i cinesi
Ma perché questa paura di diffusione elevata del 2019-nCoV in Africa? Il motivo è da ricercarsi nel fatto che il continente è diventata una tappa fissa per i milioni di uomini d’affari e lavoratori cinesi, così come per studenti e turisti in arrivo dalla Cina.
L’Africa è il Paese prediletto dalla Cina per gli investimenti in infrastrutture. Secondo i dati forniti dal Centro studi e iniziative culturali PioLaTorre Onlus, tra il 2000 e il 2008 gli scambi commerciali tra Cina ed Africa avevano fatto registrare un vero e proprio boom. Pechino investe in Africa in maniera massiccia tanto che gli investimenti diretti hanno raggiunto i 32 miliardi nel 2015. Il paese africano in cui la presenza dei cinesi si fa sentire di più sembra essere lo Zambia, non a caso paese minerario e in cui i cinesi cercano ferro e rame ma portano anche aiuto e assistenza. Ma non solo. Nella lista compaiono la Zambia e la Sierra Leone e Ghana e Guinea dove l’interesse della Cina è per il petrolio.