Dopo i 20 milioni già stanziati, il governo è pronto a far scattare la fase due dell’emergenza coronavirus per la quale è previsto un pacchetto di risorse da 3,6 miliardi, pari allo 0,2% del Pil, con interventi che saranno concordati nei prossimi giorni con parti sociali, associazioni di categoria ed enti locali. Lo ha annuncia il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervistato da Repubblica, spiegando che il decreto contente le nuove misure sarà varato entro venerdì.
Stanziamenti aggiuntivi, spiega, per i quali sarà chiesta l’autorizzazione parlamentare e compatibili con la flessibilità del patto di stabilità “visto che siamo in presenza di ‘circostanze eccezionali’ oggettive”
“Non ho ragione di temere che Bruxelles possa contestare la nostra richiesta”.
Gli interventi da mettere in campo – ha detto il ministro in un’intervista con Repubblica – a seconda di queste risorse dovranno essere concordati nei prossimi giorni con le parti sociali, le associazioni di categoria e gli enti locali. Ad ogni modo il ministro anticipa che il provvedimento “conterrà interventi a tutti i livelli”. E conclude:
“Abbiamo in mente diverse ipotesi. Dal credito d’imposta per le aziende che abbiano subito un calo del fatturato superiore al 25%, come si è fatto per il terremoto, a riduzioni delle tasse. Dal contributo aggiuntivo per i fabbisogni operativi del servizio sanitario nazionale alla Cassa integrazione in deroga. Nessuno dovrà restare senza cure o perdere il lavoro per il coronavirus”.
Gualtieri si dice infine pronto pronto a far scattare la fase tre, se necessario. E rassicura che dall’Unione europea non ci saranno problemi: Bruxelles concederà la flessibilità necessaria ai conti italiani.
Mentre il governo si appresta a varare il nuovo pacchetto a sostegno dell’economia, gli analisti sono al lavoro per calcolare l’impatto del COVID-19 sulle attività italiane. Secondo gli economisti di IG:
“L’impatto sull’economia italiana sarà molto significativo, anche se per conoscere l’impatto sul PIL dovremo aspettare ancora qualche mese. Dopo i recenti dati sul PIL del 4T 2019, attestatosi a un -0,3% trimestre su trimestre, riteniamo sia ormai inevitabile che anche il PIL del 1T 2020 sarà in territorio negativo (stime comprese tra un -0,3% e un -0,5%), a causa dell’impatto dell’emergenza Coronavirus. In caso di conferma delle nostre aspettative, l’Italia finirà nella cosiddetta “recessione tecnica”, con due trimestri consecutivi negativi. Anche le nostre attese per l’intero 2020 sono negative, con una flessione del PIL compresa tra lo 0,2% e lo 0,6%”