L’allarmismo sul virus coronavirus preoccupa gli investitori. Come riporta la Cnbc, Ray Dalio, il fondatore di Bridgewater Associates, uno dei maggiori hedge fund del mondo, indica la strategia che sta utilizzando per affrontare il coronavirus.
“Cose terribili e inimmaginabili potrebbero accadere ovunque. Quello che non sappiamo è molto più grande di quello che sappiamo”.
Così ha scritto Dalio in una nota. Il fondatore di Bridgewater Associates afferma però di aver studiato le pandemie e le epidemie di virus del passato e ritiene che la strategia migliore sia quella di diversificare le aree geografiche, le asset class e le valute.
Coronavirus e investimenti: come reagire
La pandemia più grave e che fece più vittime nella storia moderna fu lo scoppio dell’influenza spagnola nel 1918, che coincise con la prima guerra mondiale. La guerra stessa contribuì alla pandemia, che contagiò 500 milioni di persone e ne uccise 50 milioni. L’apice della malattia arrivò alla fine della guerra.
Se l’epidemia del coronavirus è in gran parte concentrata in Cina, la reazione potrebbe essere maggiore nei mercati azionari cinesi, come è stato durante l’epidemia di SARS del 2003. Dalio ammette di non avere certamente idea di quale sarà l’estensione del coronavirus, ma per ora ritiene che la migliore strategia di investimento sia quella di diversificare proteggendosi così dalle numerose incognite che possono presentarsi.
“In generale, queste grandi brutte cose che capitano una volta nella vita, inizialmente sono poco preoccupanti e continuano a progredire fino a quando non diventano troppo preoccupanti, fino a quando non si verificano le condizioni fondamentali per l’inversione”.
Nel caso della SARS, fu il mercato azionario di Hong Kong ad esserne maggiormente colpito e il trend si è invertito quando il numero di casi ha raggiunto il picco massimo, per poi iniziare a diminuire.
“Tutto ciò è logico e sarebbe il tipo di azione del mercato che ci aspetteremmo se la crisi del coronavirus restasse concentrata in Cina”.
Secondo Dalio i maggiori mercati cinesi e di Hong Kong subiranno un impatto maggiore rispetto ai mercati mondiali. Nel caso del virus H1N1, nota come influenza suina, nel 2009 e nel 2010, e della SARS, i mercati hanno agito in modo da ridurre il rischio, rispondendo al calo della crescita.
Le azioni sono scese, mentre i prezzi dell‘oro e delle obbligazioni sono saliti, ma poi questi movimenti di mercato hanno iniziato ad attenuarsi.