L’articolo fa parte di un lungo dossier dedicato al coronavirus pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia
La diffusione del coronavirus ci ha colpiti nel momento in cui eravamo più vulnerabili, un momento di grande e prolungata euforia. Così Paolo Legrenzi, Professore emerito di psicologia all’Università Ca’ Foscari di Venezia secondo cui se all’inizio della crisi, c’era stupore in merito al fatto che le borse mondiali sembravano resistere dalla seconda metà di febbraio all’acuirsi dei contagi a livello mondiale si è assistito ad un’estensione del contagio delle paure e ad un crollo dei mercati globali.
Una rapida e improvvisa discesa che, secondo il professore, fa una certa impressione anche perché l’età media di lavora in ambito finanziario è bassa e molti dei più giovani si sono trovati impreparati dinanzi ad una situazione mai vista prima d’ora.
Da qui la domanda che si pone Ligresti: cosa possono fare i consulenti con i loro clienti esposti al contagio delle paure?
Ho esaminato in dettaglio il ciclo paura-panico e il paradosso della vulnerabilità: questo virus ha colpito l’economia nel momento in cui eravamo più vulnerabili, un momento di grande e prolungata euforia, in cui i lavori delle borse erano molto sopra la media storica e noni ci sentivamo meno ottimisti e invulnerabili. Ma dobbiamo convivere con la nostra vulnerabilità dice Legrenzi.
Quando finirà il ciclo innescato dalla paura trasformatasi in panico, ci sarà un ritorno alla speranza con gli attuali ribassisti che cambieranno idea.
Via via che parleremo del virus, il virus perderà la sua capacità d’impatto nell’alimentare il panico e non sono le morti in sé che fanno paura, è la natura di un fenomeno sconosciuto improvviso, impressionante e a cui non abbiamo fatto l’abitudine.