La crescita dei contagi da coronavirus registrata in tutta Europa nelle ultime settimane ha riproposto il problema di una possibile seconda ondata nei mesi autunnali, con un conseguente aumento delle persone ricoverate in ospedale in gravi condizioni. Per capire cosa sta succedendo in questi giorni in Italia ne abbiamo parlato con Carlo Signorelli, docente ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Dott. Signorelli, quale è la soglia critica per dire che iniziata una seconda ondata di contagi che secondo molti si manifesterà in autunno?
“La seconda ondata di infezioni è già in atto in molti paesi europei tra cui Spagna, Belgio e Francia. E anche in Italia stiamo andando in quella direzione visto che nell’ultima settimana la notifica di casi è leggermente aumentata.
Si noti che al momento l’età media dei contagiati è sotto i 40 anni mentre a marzo l’età media delle persone con i tamponi positivi era di circa 70 anni”.
Perché c’è una grande preoccupazione sulla crescita dei contagi mentre non cresce il numero delle persone ricoverate?
“E’ una risposta difficile che potrà essere data nei prossimi mesi: potrebbe essere la carica virale, l’adattamento del virus all’organismo umano oppure il fatto che in queste settimane il contagio sta avvenendo solo in età giovanile dove i sintomi sono stati sempre lievi o assenti. E’ comunque importante prevenire la circolazione del virus per quanto possibile usando tutte le precauzioni e le disposizioni previste”.
Quali fattori sono determinanti per evitare che aumenti ulteriormente il numero di contagi?
“Le regole sono sempre quelle: distanziamento di almeno un metro, meglio 1,5 metri, mascherina chirurgica quando la distanza non può essere rispettata e igiene personale con particolare riguardo al lavaggio delle mani.
Un recente studio condotto in Francia ha osservato che i luoghi del contagio più frequenti sono stati club, discoteche bar e abitazioni private. E’ qui che bisogna oggi prestare maggiori attenzioni”.