Economia

Aziende Usa: mille miliardi di cash pronti al rimpatrio

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Sempre più spesso si parla della montagna di liquidità parcheggiata all’estero dai big americani dell’hi-tech, che, per effetto della riforma fiscale voluta da Donald Trump, tornaranno presto negli Stati Uniti. Ma di quanti soldi stiamo parlando? E soprattutto chi ne detiene di più?

Dai dati S&P e ripresi dalla Stampa emerge che è Apple il gruppo a stelle e strisce a detenere più liquidità all’estero: si parla di 252 miliardi di dollari. Seguono a ruota Microsoft (132,1 miliardi), Cisco System (69,1mld), Alphabet (Google, 62,8 mld) e Oracle (58,5 mld). Facebook invece con “appena” 15,9 miliardi di dollari all’estero su un totale di oltre 40 miliardi, è tra le aziende più virtuose.

Poi ci sono gruppi come Coca-Cola che detiene praticamente quasi tutta la sua liquidità fuori dagli States. In Europa, Lussemburgo e l’Irlanda, sono i paesi dove le big company hanno messo in prevalenza i soldi, allettato da minori tasse.

Ora, in seguito alla riduzione dell’imposta sulle attività produttive societarie in patria voluta da Trump (dal 35 al 21%) ma soprattutto grazie alla favorevole tassazione del 15,5% sui capitali all’estero, si stima che quasi 435 miliardi torneranno in patria, in pratica la metà della cifra aggregata, che dall’analisi ammonta a circa 871 miliardi di dollari, ma c’è chi parla di 1.200 miliardi di dollari.

Soldi che in  parte serviranno a ripianare i debiti che le aziende hanno in patria ma in seconda battuta saranno utilizzati per lanciare piani di buyback e distribuire lauti dividendi agli azionisti.