ROMA (WSI) – Mentre continua a far discutere lo scandalo dei fondi immobiliari che hanno bruciato i risparmi di piccoli investitori, un’altra tegola si abbatte sul gruppo Poste Italiane e questa volta riguarda i costi del personale e in particolar modo del ad e direttore generale Francesco Caio.
A puntare i fari sui costi è la Corte dei Conti che ha analizzato i bilanci del 2015 di Poste italiane, da cui è emerso che gli stessi sono cresciuti in due anni da 150 a 180 milioni, cica il 20% in più e questo nonostante la raccomandazione della magistratura contabile – che a sua volta fa fede alla norma contenuta nel decreto fare di portare gli stipendi dei manager pubblici al 75% dei loro predecessori – di contenere la misura dei nuovi compensi.
“All’atto della determinazione dei compensi complessivamente corrisposti al nuovo Amministratore delegato e Direttore generale (Francesco Caio, ndr), si è posta la necessità di effettuare una valutazione preliminare in merito al compenso complessivamente corrisposto al precedente Amministratore delegato e Direttore generale della Società, al fine di contenere la misura dei nuovi compensi entro il 75 per cento di quelli precedenti”.
A ben vedere l’ad Francesco Caio ha guadagnato nel 2015 1,1 milioni di euro come retribuzione fissa a cui si sono aggiunti 193mila euro come compenso variabile, ossia più del 75% del compenso ottenuto dal precedente capoazienda Massimo Sarmi nel 2013, che era stato pari a 1,56 milioni, come riporta Business Insider Italia.
Ma non è finita qui. Caio ha ricevuto anche un maxi premio per la quotazione di Poste Italiane a Piazza Affari dell’ottobre 2015, un maxi premio di 370mila euro diviso in due tranche, la prima a metà novembre del 2015 e il resto diluito in 36 mesi. Tra la retribuzione fissa, il compenso variabile e il maxi bonus il compenso totale 2015 dell’ad di Poste è salito a quota 1,48 milioni, arrivando così a percepire più del 95% del suo predecessore.