Autostrade per l’Italia torna in mano pubblica: è arrivato il via libera da parte della Corte di Conti alla vendita di Aspi da parte di Atlantia alla cordata guidata da Cdp e partecipata dai fondi di investimento Blackstone e Macquarie.
La sezione centrale di controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti ha ammesso al visto di legittimità il provvedimento del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili concernente l’approvazione dell’Accordo transattivo tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ed Aspi e la delibera Cipess recante il parere sul terzo atto aggiuntivo alla convenzione unica con Autostrade per l’Italia e sul relativo piano economico finanziario. Le motivazioni saranno rese note non appena sarà depositata la delibera nei termini di legge.
Così rendono noto i giudici contabili ponendo così un ulteriore tassello al processo di vendita che sarà definito sostanzialmente con la registrazione del piano economico finanziario, dell’atto aggiuntivo e dell’atto transattivo. Ultimo step da superare il decreto interministeriale del Mims e del Mef che riapprovi ’atto aggiuntivo e poi inviarlo nuovamente alla Corte per la registrazione finale.
Autostrade per l’Italia a Cdp: cosa succede adesso
Con il trasferimento di Aspi da parte di Atlantia, operazione che vale oltre 8 miliardi, arriva la parola fine al contenzioso tra lo Stato e la holding della famiglia Benetton, avviato dopo il tragico crollo del ponte Morandi, l’infrastruttura autostradale collassata il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone. Ora, per evitare la revoca della concessione, in scadenza al 2038, ed estromettere di fatto i Benetton, Cdp e i due fondi di investimento acquisiranno l’88,06%, ossia il totale della partecipazione di Atlantia in Aspi (Cdp il 51% mentre i fondi prendono entrambi il 24,5%).
Il via libera della Corte dei conti arriva a due giorni dalla richiesta di patteggiamento presentata da Aspi al giudice davanti al quale si è celebrata l’udienza preliminare per il crollo del Morandi. La società ha chiesto di uscire fuori dal processo pagando 29 milioni, oltre che eliminando le carenze organizzative e rendendo più sicura la rete autostradale. Dopo il parere favorevole della Procura, il gup deciderà il 7 aprile sui patteggiamenti e sui rinvii a giudizio. Le persone imputate sono 59, accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Resta in Autostrade per l’Italia – si legge in una nota della società – la piena consapevolezza che non si potrà mai dimenticare la tragedia del 14 agosto 2018 con il suo carico non commensurabile di dolore e sofferenze che ha profondamente segnato anche la società e tutti i suoi dipendenti”.
Il commento del Comitato ricordo vittime
L’ok della Corte dei conti alla vendita di Aspi al consorzio composto da Cassa depositi e prestiti e i fondi internazionali Blackstone e Macquarie “è la più grande vergogna mai vista in Italia”. Così Egle Possetti, la rappresentante del Comitato ricordo vittime del ponte Morandi, dopo la notizia del via libera.
“E’ un Paese che non ha futuro. E poi, c’è un Parlamento che non ha saputo onorare le vittime (…) “Evidentemente era già tutto pianificato. Se fossi uno degli azionisti di Aspi starei nascosto in casa per il resto della mia vita e invece ricevono il plauso per il loro ‘magnifico lavoro”. “Nessun livello decisionale conclude la rappresentante Comitato ricordo vittime del ponte Morandi – ha voluto fermare questo marchingegno. Con il patteggiamento rinunciano a difendersi accettando l’impianto accusatorio e per il nostro Paese sono soggetti idonei al ricevimento di esborsi miliardari, sulla pelle dei cittadini morti e di coloro che pagheranno i danni di anni di incuria, tutti coloro che hanno contribuito a questo scempio dovrebbero restare chiusi in casa per sempre, per espiare le loro colpe, ma alcuni li vediamo già gongolanti in attesa della prossima grigliata. Nessuna verginità riacquisita, nessun perdono!”