NAPOLI (WSI) – “Contestazioni? Io penso al Paese” e ancora: “Ogni volta che vengo a Napoli ci sono contestazioni veementi, quasi quasi mi sto affezionando. Possono fare tutte le proteste che vogliono: tirare i sassi, insultare, minacciare. Noi siamo più forti delle minacce e degli insulti. Se qualcuno pensa che, visto il comitato di accoglienza non tornerò, credo che, invece, mi fermerò in città una volta al mese”.
Minimizza, Matteo Renzi, le contestazioni che ieri hanno infiammato Napoli città che si è trasformata in un teatro di violenze e guerriglia urbana: sono 14 gli agenti di polizia che, al conteggio finale, sono rimasti feriti nelle sassaiole levatesi nel capoluogo campano, uno dei quali ricoverato in ospedale.
Sui cartelloni degli studenti e dei ragazzi dei centri sociali, protagonisti della rivolta, si potevano leggere slogan come: “No al Governo delle lobby e degli speculatori”, “Non c’è trippa per ratti, Renzi torna nelle fogne”. La decisione aspramente ricevuta dal Presidente del Consiglio è stata quella del commissariamento dell’ex area industriale di Bagnoli, per la relativa bonifica e riqualificazione. Lo scorso settembre lo stesso sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, aveva definito “un abuso di potere” e un “attentato alla Costituzione e all’autonomia della città” la scelta del governo.
Più recentemente le parole di De Magistris sono state: “Renzi deve dirci una sola cosa oggi, quando farà la bonifica. Ci ha detto che faremo il bagno a Bagnoli, vorrei sapere quando però. Gli credo a tal punto che ho già comprato il costumino. Mai come in questi anni c’è stato qualcuno che ha spinto perché il governo facesse le bonifiche. Non hanno messo in conto però che stiamo resistendo, non consentiremo di mettere le mani sulla città”.
Le proteste sono state particolarmente intense sul lungomare della città, il corteo, cercando di raggiungere la sede del quotidiano “Il Mattino” ha forzato il cordone di sicurezza. La polizia ha dunque proceduto col lancio di lacrimogeni, cui i manifestanti hanno risposto con il lancio di sanpietrini e bombe carta. Fra i contestatori riunitisi inizialmente in piazza Dante, compare anche un Pinocchio di cartapesta, cucito sul petto porta il logo del Pd, mentre la faccia ricorda da vicino quella del premier.
Sul suo profilo Facebook, Renzi risponde: “C’è chi urla e chi lavora. Tutto qui. Avanti tutta”