Torna a salire il prezzo delle quote dell’Emission Trading Scheme (Ets) europeo, un mercato delle emissioni di CO2 che garantisce un tetto massimo e una flessibilità tale da assicurare che a ridurre l’inquinamento da carbonio siano gli impianti che hanno maggiore facilità nel compiere tagli alle emissioni.
In breve, le imprese possono scambiarsi porzioni dei permessi sulle emissioni di CO2 in cambio di denaro: più è alto il costo delle quote, meno è conveniente per l’azienda acquistarle – con la conseguenza che risultano incentivati gli investimenti nuove tecnologie per la riduzione delle emissioni.
L’Ets europeo, con l’adesione di 31 Paesi è il più grande al mondo nel suo genere e copre il 45% delle emissioni serra dell’Unione Europea. Nella figura in basso, l’evoluzione del costo delle quote in una elaborazione del Financial Times e Thomson Reuters.
Per la prima volta dal 2008 il prezzo della tonnellata di CO2 è tornata a 23 euro, nel corso dell’ultima settimana del mese di agosto. La notizia è stata commentata con favore dagli esperti Marzio Galeotti e Alessandro Lanza, in un intervento pubblicato su Lavoce.info, che spiega le ragioni alla base di questo rialzo..
Dopo una lunga discussione a marzo 2018 l’assetto normativo dell’Ets per la prossima quarta fase 2021-2030 – quella che prevede i nuovi obiettivi Ue di riduzione delle emissioni, in linea con la strategia per il clima e l’energia 2030 e come parte del contributo Ue all’Accordo di Parigi del 2015 – è stato rivisto con l’introduzione della Market Stability Reserve. Si tratta di un meccanismo che può essere attivato per ridurre l’eccedenza delle quote di emissione sul mercato del carbonio e sostenerne il prezzo”.
“Un po’ come la banca centrale fa con le operazioni di compravendita di titoli sul mercato aperto per regolare il tasso d’interesse. La novità spiega, almeno in parte, il rally di fine agosto del prezzo dei crediti di carbonio, insieme all’ondata di caldo che ha colpito grandi parti dell’Europa (…) Nonostante la possibile inversione di tendenza, gli esperti sono concordi nel ritenere necessario un prezzo della CO2 almeno superiore ai 30 euro e più vicino ai 50 per indurre spostamenti su larga scala dal carbone al gas naturale e ancora più alle fonti rinnovabili”.