Arriva anche in Italia il nuovo vaccino anti Covid Novavax. Ad annunciarlo il generale Francesco Paolo Figliuolo, in occasione di una visita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Per la fine di questa settimana arriverà il vaccino Novavax (…) Ne riceveremo poco più di un milione di dosi che saranno subito distribuite a tutte le regioni e province autonome. Poi arriveranno ancora un altro paio di milioni di dosi nel mese di marzo. Per cui ci sarà possibilità anche di utilizzo di questo ulteriore vaccino.
Da oggi, mercoledì 23 febbraio nelle Marche e in Piemonte è possibile aderire alla vaccinazione con il Novavax. In particolare in Piemonte (dove le dosi attese sono circa 60mila) da venerdì dovrebbero partire le somministrazioni. Le dosi sono in arrivo e dovrebbe trattarsi di 60 mila unità.
Novavax: come funziona
Il vaccino Nuvaxovid (Novavax) è incluso nel programma di vaccinazione anti SarsCoV2/Covid-19 attualmente solo per il ciclo primario, insieme ai vaccini già autorizzati per l’utilizzo nell’Unione Europea. Lo evidenzia la circolare del ministero della Salute ‘Indicazione di utilizzo del vaccino anti COVID-19 Nuvaxovid (Novavax) nei soggetti di età pari o superiore a 18 anni’, firmata dal direttore Prevenzione del ministero Gianni Rezza.
Nuvaxovid viene somministrato per via intramuscolare come ciclo di 2 dosi (da 0,5 mL ciascuna) a distanza di 3 settimane (21 giorni) l’una dall’altra.
Ogni flaconcino multidose di Nuvaxovid è pari a 10 dosi da 0,5 mL, non richiede diluizione e pertanto è già pronto all’uso. Il flaconcino chiuso, conservato in frigorifero a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C, ha una validità di 9 mesi. Il flaconcino chiuso, a temperatura ambiente fino a 25°C, è utilizzabile entro 12 ore. Dopo la prima perforazione, il flaconcino può essere conservato ad una temperatura compresa tra 2°C e 25°C ed è utilizzabile entro 6 ore.
Il vaccino Novavax potrebbe piacere a quegli italiani più riluttanti a farsi somministrare un vaccino anti-Covid basato sulla tecnologia a mRna. Novavax infatti utilizza la tecnica delle proteine ricombinanti, definita più ‘classica’ perché sperimentata da decenni per esempio contro meningite, pertosse, epatite. Diversamente dai vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson&Johnson, Sputnik, che usano tecnologie a mRNA e vettore virale, quello prodotto dalla casa farmaceutica statunitense Novavax non è un vaccino genico ed è stato creato attraverso la tecnica delle proteine ricombinanti, tecnologia ampiamente sperimentata fin dagli anni ’80 per esempio contro l’epatite B. NVX-CoV2373, questa la sigla, come qualsiasi altro vaccino ha l’obiettivo di stimolare il sistema immunitario facendogli produrre una risposta contro l’aggressione di un agente esterno.
Una tecnologia tradizionale insomma per il nuovo vaccino autorizzato il 20 dicembre scorso dall’Agenzia europea del farmaco.
Il vaccino anti Covid Novavax è composto da frammenti proteici del virus partendo dall’immissione in un ‘baculovirus’ (virus svuotato del suo contenuto genetico) di una porzione di Dna con le informazioni utili a produrre la proteina Spike. In una fase successiva, alcune cellule vengono infettate dal virus e quando il materiale è all’interno, il baculovirus libera il materiale genetico utile alla produzione della Spike. Proteina che, dopo essere stata prodotta, viene rilasciata al di fuori delle cellule.
Le nanoparticelle virali contengono fino a 14 proteine Spike, a cui si aggiunge un adiuvante che stimola il sistema immunitario. Un’ingegneria, quella di Novavax, completamente differente dalla tecnologia a mRna (Moderna e Pfizer), che consiste invece nell’iniezione di un frammento di Rna che serve a far produrre soltanto la proteina Spike. Il protocollo del nuovo vaccino prevede la somministrazione di due dosi a distanza di 21 giorni, l’immunizzante resta stabile tra i due e gli otto gradi. Quando viene inoculato, il sistema immunitario si attiva e legge le particelle proteiche come estranee: a questo punto comincia a produrre difese naturali attivando anticorpi e linfociti T e B. I dati disponibili, ha messo in evidenza l’Aifa al momento del via libera a Novavax, hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia Covid-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni.