Covid: due anni fa fu dichiarato pandemia. Tra vaccini e varianti, a che punto siamo oggi
Sono trascorsi due anni da quando il Covid è stato dichiarato pandemia e ora sembra che vediamo la luce in fondo al tunnel anche se gli esperti di salute pubblica dicono che non è finita.
Lo scoppio della pandemia causata dal virus SARS-CoV-2 è stato un vero e proprio evento sismico che ha colpito la vita di milioni di persone anche se oggi, con la guerra che imperversa tra Russia e Ucraina, la battaglia mondiale contro il coronavirus è stata in gran parte messa da parte e il secondo anniversario della dichiarazione di pandemia di Covid-19 da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe facilmente passare inosservato.
Dalla dichiarazione di pandemia all’avvento del vaccino
I costi umani in termini di vita causati dal Covid li contiamo ancora oggi ma vale la pena celebrare le conquiste fatte durante la pandemia, soprattutto il giorno in cui sono emersi i primi risultati preliminari degli studi clinici, il 9 novembre 2020 da Pfizer che hanno indicato che il suo vaccino anti Covid sviluppato con la tedesca BioNTech in tempi da record era altamente efficace contro la malattia. Un risultato visto come una via d’uscita dalla pandemia, che ha spinto all’insù i mercati azionari e il produttore del vaccino ha salutato la scoperta come un “grande giorno per la scienza e l’umanità”. Il felice annuncio è stato seguito da risultati simili annunciati da Moderna, AstraZeneca e altri.
I residenti dei paesi più fortunati del mondo hanno ricevuto non solo l’immunizzazione iniziale, standard a due dosi, ma anche un richiamo. Mentre il 63,4% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino Covid-19, con oltre 10 miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo, solo il 13,7% delle persone nei paesi a basso reddito ha ricevuto almeno una dose, secondo Our World in Data.
Due anni e non si conosce ancora l’origine del Covid
Ci sono ancora molte domande senza risposta sul Covid e la più grande delle quali è da dove viene il virus. Emerso per la prima volta a Wuhan alla fine del 2019, l’OMS dice che il Covid “molto probabilmente” ha avuto origine negli animali e si è diffuso nell’uomo.
Dopo un lungo ritardo, un team internazionale di scienziati ed esperti di salute pubblica è stato accolto in Cina per indagare, ma hanno faticato ad accertare l’origine del virus. Anche se hanno escluso qualsiasi teoria di “fuga dal laboratorio”, rimane ancora un mistero con gli scienziati che credono che ancora molto probabilmente ha avuto origine in un animale.
Qualche giorno fa in un’intervista al “Corriere della Sera”, Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco ha sostenuto che “Il Sars-CoV-2 potrebbe essere il risultato di una manipolazione ma con scopo di ricerca, senza intenzioni malevole”.
In seguito ad una forte immunizzazione della popolazione, le principali economie mondiali hanno riaperto e molte nazioni stanno imparando a “convivere” con il virus, ma gli esperti di salute pubblica tengono a sottolineare che la pandemia non è ancora finita.
Abbiamo già imparato a nostre spese che nuove varianti del virus possono emergere, e sono emerse, con ogni nuovo ceppo di cui siamo a conoscenza che si dimostra più virulento (anche se, fortunatamente, meno mortale) del precedente.
L’emergere della variante Omicron – che si è dimostrata molto più trasmissibile ma meno mortale, e ha portato a un brusco picco e calo di casi in tutto il mondo – ha colto di sorpresa alcuni governi.
Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, alla vigilia del biennio in cui il Covid è stato dichiarato pandemia ha sostenuto che “anche se i casi segnalati e i decessi sono in calo a livello globale, e diversi paesi hanno eliminato le restrizioni, la pandemia è tutt’altro che finita”.
Sta emergendo una sottovariante di Omicron, la BA.2. A tal proposito, la dottoressa Jenny Harries, direttore generale dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, è stata tra coloro che hanno lanciato l’allarme dopo che i dati hanno mostrato che un numero crescente di persone di 55 anni e più ha il Covid nel Regno Unito, e che la prevalenza di BA.2 è in aumento.
“I casi sono diminuiti sostanzialmente dopo il picco dell’ondata Omicron [ma] la crescente presenza della sottovariante BA.2 di omicron e il recente leggero aumento delle infezioni in coloro che hanno più di 55 anni mostra che la pandemia non è finita e che possiamo aspettarci di vedere il Covid-19 circolare ad alti livelli”.