Covid: ecco quanto ci costerebbe una seconda ondata in termini di PIL
Il Pil italiano si contrarrà del 9% nel 2020 per rimbalzare del 6% nel 2021. Sono le stime che saranno contenute nella bozza della Nota di aggiornamento del Def che il governo si appresta a presentare questa sera in consiglio dei ministri e anticipate dalla stampa. Si tratta di una previsione peggiore rispetto a quella del Def, che stimava per il 2020 un calo dell’8%.
Decisamente meglio dovrebbe andare dal prossimo anno in poi quando si stima una crescita del 5,1%, del +3% per il 2022 e del + 1,8% nel 2023.
La Nadef costruisce il suo scenario programmatico sul Pil anche alla luce del sostegno del Recovery Plan europeo. Grazie a questo piano “il sentiero del Pil reale coerente con queste stime prefigura una crescita del 6,0 per cento nel 2021, 3,8 per cento nel 2022 e 2,5 per cento nel 2023”.
Pil seconda ondata, quanto ci costa
Il condizionale è tuttavia d’obbligo. Tutte queste stime potrebbero essere rimesse in discussione da un eventuale recrudescenza del Covid. Nella bozza della Nadef in arrivo sul tavolo del consiglio dei ministri, anticipata dal Sole 24 Ore, c’è un paragrafo dedicato appunto allo “Scenario avverso di recrudescenza dell’epidemia”.
Uno scenario appunto secondo il quale “la ripresa dei contagi osservata a partire da agosto si aggraverebbe sensibilmente nei mesi finali del 2020, portando anche al raggiungimento di livelli guardia in termini di ricoveri ospedalieri”. Una situazione che indurrebbe il Governo a “reintrodurre chiusure selettive di alcuni settori e misure di distanziamento sociale”.
Decisioni che avrebbero un effetto anche sul Pil che a questo punto “subirebbe una nuova caduta nel quarto trimestre”. Una scia di mini lockdown e chiusure di attività che potrebbe vedere un «rafforzamento» anche «nei primi mesi del prossimo anno» e così il Pil «continuerebbe a scendere, sia pure – avverte la Nadef – in misura nettamente inferiore a quella della prima metà del 2020 (grazie alle conoscenze e agli strumenti protettivi acquisiti nel frattempo)».
Tutto questo avrebbe un impatto negativo tra effetto diretto sull’economia italiana.
“la previsione annuale di caduta del Pil per il 2020 scenderebbe dal -9% del quadro tendenziale a -10,5%» e quella del 2021 (sempre tendenziale) “si fermerebbe all’1,8%, contro il 5,1%”.