Si infittiscono i dubbi sul vero inizio della circolazione del virus del Covid, già sospettato di essere penetrato in Italia e in altri Paesi prima dello scoppio del focolaio cinese di Whuan.
Uno studio scientifico in attesa di peer review e realizzato da alcuni scienziati dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha mostrato come, in seguito a un’analisi di campioni sanguigni, siano emerse tracce di anticorpi anti-Covid in soggetti sottoposti a prelievo in epoca pre-pandemia, già nell’ottobre 2019. Sebbene le prove raccolte non siano ancora sufficienti a stabilire con assoluta certezza la circolazione del coronavirus alcuni mesi prima dell’allarme a Wuhan, in questo studio ci sono elementi che verranno presi, probabilmente, in seria considerazione.
Covid, cosa dice lo studio
Secondo quanto scrivono gli autori nel loro studio comparso su MedRxiv, “i risultati suggeriscono la presenza di anticorpi contro la SARS-CoV-2 in alcuni campioni raccolti nel periodo prepandemico… mentre sono assenti nei campioni di controllo raccolti un anno prima”.
Nel dettaglio sono tre i campioni di sangue che, secondo le analisi dei centri indipendenti Erasmus Medical Center e VisMedere, sono risultati positivi a un certo tipo di anticorpo collegato al covid, l’IgM. Un altro campione risalente al 5 febbraio 2020 è risultato positivo a un altro anticorpo solitamente rivenuto nei soggetti “reduci” dal coronavirus, il cosiddetto anticorpo neutralizzante.
I criteri utilizzati dal centro Erasmus per stabilire al di là di ogni dubbio l’avvenuta infezione da Covid richiedono la presenza contemporanea dei due anticorpi, in aggiunta a un terzo antigene non riscontrato nei campioni oggetto dello studio, l’IgM. Marion Koopmans, responsabile della virologia presso l’Erasmus University Medical Center, ha definito come “interessanti” i nuovi risultati, pur precisando che non costituiscano una prova definitiva dell’infezione da Covid. “Questo non significa che sia impossibile, “solo che ci vorrebbero altre prove”, ha aggiunto.
“Ciò che abbiamo riportato nei pazienti asintomatici è un segnale plausibile di circolazione precoce del virus in Italia”, ha detto al Financial Times uno degli autori, Giovanni Apolone, “se questo fosse confermato, ciò spiegherebbe l’esplosione dei casi sintomatici osservati in Italia” nel 2020. Ciò indicherebbe che il virus “Sars-Cov-2, o una sua versione precedente, circolava silenziosamente, sotto la superficie”.