In tutto il mondo, le chiusure dell’economia adottate per contenere la diffusione del coronavirus sono costate care ai lavoratori, in particolare nei Paesi a medio-basso reddito.
Secondo le ultime stime dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, nei primi nove mesi dell’anno i redditi da lavoro nel mondo si sono ridotti di ben 3.500 miliardi di dollari, ovvero del 10,7% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Un dato che non tiene conto delle misure di sostegno diretto ai redditi messe in campo dai governi – benché adottate prevalentemente nei Paesi più ricchi del pianeta.
Nei Paesi a reddito medio-basso, afferma l’Ilo, il colpo sui redditi dei lavoratori è stato del 15,1%, mentre il continente più colpito è stato l’America con un calo del 12,1% (Nord e Sud America sono state considerate assieme).
Rispetto al precedente rapporto pubblicato lo scorso giugno il quadro complessivo si è fatto più duro.
Nel secondo trimestre del 2020 la stima delle ore lavorative andate in fumo è salita dal -14 al -17,3%; il che si traduce in una perdita di 495 milioni di posti di lavoro full time.
Nel terzo trimestre il calo è stato un po’ più contenuto, ma sempre elevato: -12,1% (corrispondenti a 345 milioni di posti di lavoro).
Nell’ultimo trimestre le previsioni sono state riviste in peggio: ci si attende un calo delle ore lavorate pari al -8,6% contro il -4,9% precedentemente stimato.
La riduzione del lavoro resta importante anche in una fase apparentemente più tranquilla della pandemia. In verità, ha ricordato l’Ilo, il 32% dei lavoratori nel mondo si trova in aree nelle quali le attività economiche sono chiuse, eccetto quelle ritenute essenziali.
L’impatto della spesa pubblica nella crisi Covid
Le evidenze raccolte dall’Organizzazione internazionale del lavoro hanno potuto confermare che gli interventi di spesa pubblica nei mesi della pandemia sono riusciti a tamponare la perdita dei redditi da lavoro e delle ore lavorate. Uno stimolo fiscale aggiuntivo nella misura dell’1% del Pil annuo riduce la perdita delle ore lavorate dello 0,8%.
“Tuttavia, sebbene i pacchetti di stimolo fiscale abbiano svolto un ruolo significativo nel sostenere l’attività economica e ridurre il calo dell’orario di lavoro, si sono concentrati nei paesi ad alto reddito, poiché le economie emergenti e in via di sviluppo hanno una capacità limitata di finanziare tali misure”, ha concluso l’Ilo.