Cominciamo con la buona notizia: tutte le pandemie finiscono. E se tutti si interrogano su quando finirà la pandemia Covid-19, in verità anche un’altra domanda è altrettanto importante: in che modo finirà.
Covid, l’immunità di gregge potrebbe essere una chimera
Già un anno fa l’Organizzazione mondiale della sanità aveva affermato che il Sars-Cov-2 sarebbe potuto diventare endemico. Nelle ultime settimane diversi esperti hanno dato sempre maggior credito a questa ipotesi, nella quale il virus continuerebbe a convivere con l’umanità per un periodo indeterminato di tempo. Le possibilità che una vaccinazione di massa possa provocarne la scomparsa, insomma, è considerata come un’eventualità sempre più remota. Ma, forse, non è il caso di disperare.
“Essenzialmente, quasi tutti hanno una qualche forma di immunità dall’infezione naturale e/o dalla vaccinazione e/o dalla prima seguita dalla seconda, un’immunità che persiste abbastanza da far sì che non ci si ammali davvero quando si contrae di nuovo la malattia. E così si passa all’endemicità “, ha dichiarato alla rivista STAT l’epidemiologo della Harvard’s T.H. Chan School of Public Health, Marc Lipsitch.
Anche se il virus restasse in circolazione, dunque, è probabile che i rischi dell’infezione andranno a diminuire. Un Covid endemico “non sarebbe una condanna a morte in alcun modo, anche se non avremo raggiunto l’immunità di gregge”, ha detto Jennie Lavine, ricercatrice della Emory University e coautrice di uno studio pubblicato su Science dedicato proprio alla conclusione della pandemia.
Per Lavine la vera domanda da porsi è la seguente: il virus diventerà endemico in una forma lieve o continuerà a provocare sintomi gravi? “Per me, le probabilità propendono per una forma lieve endemica, da un certo punto in poi”, ha dichiarato l’esperta, “penso che sia davvero molto probabile”.
Quando finirà la pandemia?
Va bene, ma quando ci sarà questa svolta? Su questo gli scienziati non sono concordi. Per i Paesi che hanno avuto una diffusa somministrazione di vaccini, affermano alcuni, sarà più facile tenere la situazione sotto controllo nei prossimi mesi.
Secondo Lipsitch “le recenti ondate in Brasile e in India sono motivo per diffidare delle previsioni che vedono una transizione prossima” a una situazione di normalità, ha ricostruito STAT. Per entrambi i Paesi, infatti, aver subito una prima ondata di trasmissione del virus non è stato sufficiente a mettere al riparo la popolazione dalle forme mutate del Sars-Cov-2.
Per Lavine, invece, il punto di svolta potrebbe essere abbastanza vicino per Paesi come gli Usa, nei quali l’infezione è stata diffusa, così come la somministrazione dei vaccini. L’Italia potrebbe rientrare nella stessa casistica. Una settimana fa il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, aveva formulato la seguente previsione per il nostro Paese: “A settembre-ottobre credo che la partita sarà finita“, aveva dichiarato Bassetti, “i numeri stanno scendendo rapidamente, 100 persone che in un giorno lasciano la terapia intensiva sono molte”.
Ma le previsioni sono ancora molto eterogenee fra gli esperti. Ad esempio, Mike Ryan, capo del programma di emergenza sanitaria dell’Oms, ha affermato che al momento “non sappiamo a che punto siamo, perché questa è la prima pandemia di un coronavirus della SARS”: rispetto a un virus influenzale “normale”, le cose potrebbero evolvere con tempistiche diverse. “Dal mio punto di vista, la sfera di cristallo”, ha concluso Ryan, “non siamo nemmeno vicini alla fine”.
Nelle scorse settimane anche il fondatore di Microsoft Bill Gates aveva dimostrato di avere le idee chiare sulla fine dell’emergenza coronavirus. Rileggi quanto detto da Gates (clicca qui).