Covid, verso nuovi blocchi in Europa, stasera Macron parla ai francesi
Continua ad aggravarsi la situazione dei contagi da coronavirus nel Vecchio continente dove si registrano di giorno in giorno un numero crescente di nuovi casi e di ricoveri ospedalieri tanto da non escludere nuovi blocchi in Europa.
Preoccupano soprattutto Gran Bretagna, Francia e Spagna, in particolare le zone più popolose vicino alle capitali. Ieri in Italia i nuovi quasi sono stati quasi 6.000 tanto che il governo Conte ha deciso di introdurre nuovi limiti per quanto riguarda la movida.
Verso nuovi blocchi in Europa, attese nuove chiusure a Londra
Una delle situazioni più critiche al momento è quella della Gran Bretagna. Ieri nel Regno Unito sono stati registrati 17.234 nuovi contagi, per un totale complessivo di 634.920 casi.
Per quanto riguarda i decessi ieri sono stati 143, per un totale complessivo di 43.108 persone decedute dall’inizio della pandemia. Nella classifica stilata dall’università John Hopkins è il 12° paese più colpito con oltre 637mila persone risultate positive ai tamponi.
Per cercare di tenere sotto controllo la situazione a Londra è in arrivo un ulteriore stretta secondo quanto affermato dal sindaco della capitale britannica, Sadiq Khan.
“Tutti gli indicatori che ho, i ricoveri ospedalieri, l’occupazione in terapia intensiva, il numero di persone anziane con casi, la prevalenza della malattia, la positività stanno tutti andando nella direzione sbagliata», ha chiarito il sindaco. “Il che significa, temo, che è inevitabile che nel corso dei prossimi giorni Londra avrà superato un punto critico per passare al secondo livello”.
Attualmente la capitale britannica è al livello medio di attenzione definito Tier 1. Questa soglia prevede la regola del 6 (dal numero delle persone che si possono riunire) e la chiusura anticipata di pub e ristoranti alle 22.
Il successivo livello Tier 2 prevede ulteriori limiti agli spostamenti e per l’attività degli esercizi pubblici. Le dichiarazioni del sindaco di Londra arrivano dopo quelli del vice direttore della Sanità per l’Inghilterra, Jonathan Van-Tan, per il quale la Gran Bretagna ha raggiunto “un punto di non ritorno” nella lotta al virus.
Stasera Macron parlerà in televisione
La situazione è particolarmente delicata anche in Francia. Ieri sono stati rilevati 12.993 nuovi casi secondo quanto reso noto dal ministero della Sanità.
È cresciuto anche il numero dei ricoverati in ospedale a 8.949 mentre i pazienti in terapia intensiva sono saliti a 1.642. Sempre ieri si sono avuti 117 decessi che portano il totale a 32.961 dall’inizio dell’emergenza.
Nella classifica stilata dall’università John Hopkins è il 10° Paese più colpito e il secondo in Europa.
Nella regione dell’Ile-de-France, quella di Parigi oltre il 17% dei tamponi risulta positivo, un dato che, riferiscono le autorità sanitarie, non era mai stato raggiunto in precedenza e sono già occupati la metà dei posti nei reparti di terapia intensiva.
Questa sera alle 20 il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, parlerà in televisione sullo stato della crisi sanitaria nel Paese. E’ la quinta volta che l’inquilino dell’Eliseo interviene dall’inizio dell’epidemia e non è escluso l’annuncio di nuove restrizioni con l’introduzione di lockdown mirati.
In Spagna frenano i contagi
Boccata d’ossigeno ieri in Spagna dove si sono registrati 7.118 nuovi casi, in netto rallentamento dopo i numeri record registrati nel fine settimana. I decessi sono stati 80 portando il computo a 33.204 dall’inizio dell’emergenza.
La Spagna è il paese europeo più colpito dall’inizio dell’emergenza con oltre 896mila persone contagiate e si trova al 7° posto a livello mondiale secondo il sito dell’università John Hopkins.
La gravità della situazione è dimostrata anche dal fatto che i tamponi positivi al virus sono il 10% del totale con punte del 18% nella regione di Madrid.
Per cercare di contenere la diffusione del virus il governo spagnolo lo scorso venerdì ha ufficialmente decretato lo stato d’emergenza nella regione di Madrid, la più colpita dal virus.