“Risarciremo tutti coloro che sono stati truffati o raggirati dai crac bancari”. Lo aveva annunciato appena insediatosi al governo il premier Giuseppe Conte e forse ora sembra muoversi sul serio.
La macchina dei rimborsi va a rilento tanto che per chi ha subito vendite fraudolente di obbligazioni subordinate delle quattro banche Marche, Etruria, Ferrara, Chieti e delle due popolari di Vicenza e Veneto banca, secondo l’Ansa, il governo giallo-verde starebbe pensando ad eliminare l’onere della prova a carico del risparmiatore, cosa che nel caso di acquisti di obbligazioni prima del 2007, possono rivelarsi difficili. Da qui la strada sarebbe poi in discesa.
Il governo di Giuseppe Conte vorrebbe compiere però un ulteriore salto di qualità e giungere a un risarcimento anziché al semplice ‘ristoro’, estendendolo anche agli investitori in azioni, in primis quelli delle due banche venete. Ma il primo passo da fare è rimpolpare la dote in essere al Fondo interbancario, quello costituito pro quota di mercato dalle banche operanti in Italia.
I risparmiatori potevano rivolgersi all’arbitro Anac se non avevano i requisiti indicati dalla legge per il ristoro all’80% o possedevano obbligazioni acquistate dopo il 12 giugno 2014: ad oggi, circa 300 risparmiatori delle 4 banche del Centro Italia andate in risoluzione, su 1.753 istanze, hanno ottenuto il rimborso pieno delle obbligazioni subordinate. Al Fondo interbancario che gestisce il Fondo di solidarietà invece si rivolge chi vuole un rimborso forfettario fino all’80% dei titoli azzerati con il salvataggio delle 4 banche del novembre 2015. Il Fondo ha fatto sapere si aver chiuso i ristori sul crac delle quattro banche del Centro Italia e ora sta procedendo per le venete, dove finora sono state liquidate 934 pratiche per 4,5 milioni di euro. L’obiettivo, spiega il vice direttore generale del Fitd Salvatore Paterna, è quello di “concludere la procedura nel corso del 2019”.