ROMA (WSI) – Per le quattro banche finite in risoluzione non c’erano altre alternative. A dirlo il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan nel corso della sua audizione davanti alla commissione di inchiesta sulle banche presieduta da Pier Ferdinando Casini.
“L’unica alternativa era la liquidazione con conseguenze ben più gravi sui risparmiatori. Le autorità di vigilanza bancaria si sono trovate ad affrontare una fase di transizione che ha spostato a livello europeo le competenze, il processo è ancora in corso. C’è stata una sostanziale capacità di gestione del sistema, ma non si può escludere ci siano stati casi in cui, al netto di modifiche istituzionali, ci sono state responsabilità importanti a livello di singoli istituti”.
Il crac delle quattro banche, Banca Marche, Carife, Banca Etruria e Carichieti, ha provocato una voragine di circa 190 milioni di euro sfumati per gli obbligazionisti a cui, assicura Padoan, verrà elargito il rimborso.
“Il Fondo interbancario di tutela dei depositi stima che, quando le pratiche saranno state tutte esaminate, verranno rimborsati agli obbligazionisti circa 190 milioni di euro (…) Ricordo che le obbligazioni emesse dalle quattro banche regionali e distribuite a un pubblico di piccoli risparmiatori ammontano a circa 340 milioni e che pertanto le obbligazioni oggetto della procedura forfettaria ammontano a più della metà del totale”.
Il tutto mentre arrivano altri retroscena del caso Boschi-Etruria. Dopo la rivelazione del presidente di Consob, Giuseppe Vegas sull’incontro con l’allora ministra del governo Renzi, Maria Elena Boschi, in cui espresse le sue preoccupazioni sulla fusione della banca di Arezzo con Popolare di Vicenza, emerge che la Boschi incontrò anche Fabio Panetta, vice direttore di Bankitalia. Argomento del colloquio? Lo dovrò scoprire la commissione anche se tutto fa pensare al caso Etruria.