Napoli – Sono state circa 1.800 le denunce sporte alla Finanza e alla procura di Torre Annunziata, dai piccoli o grandi risparmiatori beffati dalla bancarotta della Deiulemar Compagnia di navigazione di Torre del Greco. Anche sulla base di queste dichiarazioni, sono stati emessi i nove provvedimenti di custodia cautelare e il sequestro beni per 323 milioni di euro eseguiti oggi nel corso dell’operazione ‘Il Mago di Oz’.
La società fu dichiarata fallita, con sentenza del Tribunale di Torre Annunziata, il 2 maggio 2012. Oggi gli inquirenti hanno ricostruito l’intera vicenda che ha danneggiato soprattutto investitori di Torre del Greco, molti dei quali hanno impegnato nelle obbligazioni della Deiulemar Compagnia di Navigazione interi risparmi di una vita.
Le indagini, coordinate e dirette dalla Procura oplontina ed eseguite dalle Fiamme Gialle, sono iniziate nel 2010 in seguito a delle vicende che hanno riguardato il gruppo imprenditoriale dei Di Maio, anch’esso operativo nel settore armatoriale. E’ venuto così alla luce il fenomeno d’investimento in obbligazioni, ossia relativo alla raccolta del risparmio presso il pubblico per il finanziamento delle imprese marittime che trae le sue origini storiche nel sistema del ‘carato. Dopo l’acquisizione dell’elenco di tutti gli obbligazionisti, si è accertato che gli obbligazionisti della Di Maio erano gli stessi della Deiulemar.
Utili alle indagini due denunce che riguardavano alcune anomalie su vari prestiti obbligazionari che erano descritti come obbligazioni personali dell’amministratore pro tempore. Le denunce sono poi “risultate – scrive in una nota il procuratore facente funzioni di Torre Annunziata, Raffaele Marino – un tentativo, posto in essere dai responsabili del dissesto finanziario per mascherare il coinvolgimento a vario titolo” di tre famiglie: Lembo, Della Gatta e Iuliano (molti esponenti dei quali destinatari dell’ordinanza odierna, ndr) nell’attività di raccolta del risparmio e nella gestione della società che ha coinvolto i risparmi di 13mila famiglie, soprattutto di Torre del Greco. La disperazione di questi nuclei familiari è culminata con la presentazione di circa 1.800 denunce presso gli uffici della Guardia di Finanza di Torre del Greco e della Procura di Torre Annunziata.