(WSI) – Banca Etruria deve aggregarsi in tempi brevi con la Popolare di Vicenza. Così Bankitalia premeva sul cda dell’istituto aretino. Il particolare emerge dal verbale ufficiale della riunione di quanto avvenne quando il presidente dell’epoca di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, disse davanti al suo Cda.
Rosi, come scrive La Nazione di Arezzo, riferisce anche dell’incontro tenutosi il 14 giugno del 2014 con il presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin e il dg Samuele Sorato nella villa dell’imprenditore nel Chianti. Rosi offre a Zonin nella prima fase un passaggio a Vicenza delle filiali del nord, compresa la controllata Lecchese.
Alla Popolare di Vicenza verrebbe garantito anche un diritto di prelazione sull’intera Bpel. Con questi accordi in mano le banche arrivano all’incontro con Bankitalia che però, secondo il verbale, evidenzia come l’offerta pubblica di acquisto non possa rappresentare l’unica soluzione percorribile per addivenire all’auspicata integrazione e insiste perché la fusione si faccia.
Gli episodi emergono nel momento in cui il procuratore Rossi ha detto in commissione dinanzi al Presidente Pier Ferdinando Casini che finalmente la verità sta venendo a galla e che le pressioni di Bankitalia ci furono e che tutto fallì per colpa di Zonin.
Una tegola però arriva sulla testa proprio del procuratore capo Rossi che durante la sua audizione in commissione ha omesso di rivelare che il nome di Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria, è stato iscritto nel registro degli indagati per falso in prospetto: su questa vicenda le verifiche sono tuttora in corso.
Il punto è che Rossi avrebbe potuto appellarsi al segreto istruttorio, invece ha deciso di svelare lo stato delle sue indagini, alimentando così la convinzione dei partiti politici che le indagini fossero terminate. Rossi ha spiegato anche che gli accertamenti avevano escluso le responsabilità del governo e ha criticato invece l’operato Bankitalia.
Come rivela Il Corriere della Sera, i commissari hanno ulteriormente insistito per sapere a che punto fossero gli altri filoni dell’inchiesta, ma a quel punto Rossi ha preferito tacere. Soprattutto ha omesso di rivelare che quello per la bancarotta non è l’unico filone che coinvolge Pier Luigi Boschi. Il procuratore di Arezzo rischia così di finire nuovamente di fronte al Csm, il Consiglio Superiore della Magistratura.
Quanto al sottogresetario di Palazzo Chigi Maria Elena Boschi, ha annunciato che muoverà azione civile contro Ferruccio de Bortoli: colpisce me per colpire il PD. Nel suo libro “Poteri forti (o quasi)” l’ex direttore del Corriere della Sera scrive che la ex ministro delle Riforme avrebbe tentato di esercitare pressioni su Federico Ghizzoni, ex AD di Unicredit, per risolvere il problema finanziario di Banca Etruria, ai tempi in cui il padre era ai vertici dell’istituto di credito aretino.
“Ho firmato il mandato per l’azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti. Non lo avevo mai fatto prima”.