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Credem Euromobiliare private banking: siamo la banca che ascolta

Per supportare i clienti nei momenti chiave della loro vita Matteo Benetti di Credem Euromobiliare private banking ha messo a punto un nuovo modo di fare consulenza patrimoniale con il banker al centro della relazione e un team di specialisti pronti ad assicurare il miglior servizio possibile.

 
Il mondo del private banking è in costante evoluzione per soddisfare le esigenze sempre più sofisticate della clientela. Nuovi modelli organizzativi, lavoro in team, piattaforme  tecnologiche, sono alcune delle innovazioni messe a disposizione dei propri consulenti da Credem Euromobiliare Private Banker, una delle realtà più dinamiche del settore della gestione dei grandi patrimoni familiari. Ad un anno dal lancio del suo nuovo brand abbiamo incontrato il direttore generale Matteo Benetti per fare il punto sull’evoluzione della struttura composta da oltre 1.000 professionisti tra private banker, consulenti finanziari e dipendenti nelle strutture centrali.

Benetti, iniziamo dal mondo degli investimenti. Quali sono le opportunità per la seconda metà dell’anno considerando i progressi messi a segno dai listini nella prima parte del 2024 e le posizioni più attendiste delle banche centrali sul fronte dei tassi?
Partiamo da una considerazione: l’investitore italiano è tradizionalmente caratterizzato da una sovraesposizione alle asset class ritenute più difensive: il monetario e l’obbligazionario. A lungo si è pensato di proteggere il patrimonio con questo atteggiamento ultra difensivo. Ma la realtà è diversa: con il repentino rialzo dei tassi da una parte e le tensioni sul mondo dei bond a partire dal 2022 abbiamo capito che essere investito in questo modo distrugge valore. Con tassi ancora alti il monetario garantisce soltanto l’erosione nel tempo dei risparmi e i dubbi crescenti sulla sostenibilità del debito pubblico devono spingere i nostri banker a sigillare un nuovo patto di fiducia con la clientela. Soltanto una maggiore esposizione alla componente azionaria può consentire di preservare ed accrescere il valore del patrimonio, soprattutto in un’ottica transgenerazionale che è la grande sfida della nostra industria per i prossimi anni.

Lavoro in team e nuove piattaforme per i banker sono alcuni dei temi che avete trattato nella vostra convention di maggio. Cosa devono attendersi banker e clienti?

Siamo appena tornati dalla nostra Convention annuale che quest’anno si è svolta in Puglia ed ha riunito più di 1.000 persone tra banker, consulenti, staff direzionale e del Gruppo. È stata una bellissima occasione per fare il “punto nave” rispetto alle nostre ambizioni ed illustrare che raggiungeremo i traguardi che ci siamo prefissati soltanto con la collaborazione, a tutti i livelli: maggiori sinergie con gli altri business del Gruppo Credem, ascolto costante delle reti, collaborazione tra banker e strutture specializzate come i nostri Top Client Specialist e lavoro in team.Il modo di esercitare la professione è cambiato moltissimo e continuerà a farlo. Non è più un mestiere da solista, dove il banker è il factotum della relazione. Oggi è un pivot, che collabora con professionisti interni ed esterni per assicurare ai suoi clienti il migliore livello di servizio e una consulenza sempre più patrimoniale. Sul versante tecnologico abbiamo rilasciato nel 2023 la nostra nuova piattaforma di consulenza, denominata Vitruvio, sulla quale puntiamo molto per rafforzare la nostra capacità sul versante dell’advisory finanziaria attraverso la generazione costante di alert personalizzati e di investment ideas. E Vitruvio consente anche di avviare un confronto con la clientela per quanto riguarda il patrimonio detenuto in immobili, la pianificazione successoria e le partecipazioni aziendali. Inoltre, abbiamo avviato un importante progetto aziendale per rafforzare le nostre piattaforme digitali di interazione con la clientela. La clientela Private ha esigenze specifiche ed è abituata a modelli integrati tra fisico e digitale, fluidi e efficienti. Sappiamo che dobbiamo fare molto su questo fronte e ci stiamo attrezzando.

Avete chiuso da poco il vostro primo anno di attività con il nuovo brand Credem Euromobiliare Private Banking che ha unito i due poli dedicati alla clientela di fascia alta. Ci può fare un bilancio di questi mesi?

A un anno del lancio della nostra Private Bank il bilancio è molto positivo: da un punto di vista qualitativo, sta crescendo la coesione e compattezza della squadra, l’attaccamento alla nuova maglia e la convinzione della bontà di un modello che punta sulla forza combinata della specializzazione unita all’’interazione costante con la “federation of business” che il Gruppo Credem incarna. A livello quantitativo abbiamo toccato nel 2023 livelli record di raccolta netta, generato un utile in forte crescita ed accelerato sul versante dei reclutamenti con una capacità sempre migliore di attrarre talenti di alto livello. Ora vogliamo accelerare sul fronte della raccolta gestita e sulla componente equity dei portafogli che sono i due obiettivi su cui stiamo lavorando con maggiore intensità.

Che cosa vi stanno chiedendo di più in questo momento i vostri clienti?

Dopo il 2022 che ha visto stornare violentemente sia l’azionario sia l’obbligazionario i clienti hanno avuto un primo riflesso difensivo chiedendo di proteggere i patrimoni. Per molti rendimenti facciali dei titoli di Stato ha rappresentato una “boa emotiva di salvataggio”. Il successo dei collocamenti di Btp Valore ne è un’illustrazione. Ma, come dicevo in apertura dobbiamo diffidare dalle apparenze ed è nostro compito convincere la clientela che certe scelte e concentrazioni comportano rischi impliciti. Il nostro mestiere non può essere di subire passivamente ciò che richiedono i clienti ma deve consistere in un costante lavoro di education della clientela e fare emergere le reali esigenze di investimento, quelle esplicite e quelle latenti.

Cosa ci dobbiamo aspettare in futuro dalla vostra struttura?

Desideriamo offrire ai nostri clienti il piacere di interagire con noi. Questa è la banca che aspiriamo a diventare: una banca accogliente per tutti i suoi membri, che non si limita a riceverli, ma che li ascolta davvero, credendo fermamente che dall’ascolto nascano idee nuove e migliori. Una banca che supporta i clienti nei momenti chiave della loro vita e che gestisce i patrimoni affidati come se fossero i propri. Una Private Bank dove ogni persona si possa sentire unica. Una Private Bank al quadrato, per usare uno degli slogan della nostra recente convention. Per questo motivo, l’esperienza del cliente è al centro delle nostre priorità.

Il nostro punto di riferimento quindi non saranno solamente le altre private bank, ma anche i marchi più prestigiosi del lusso e della moda, che i nostri clienti incontrano nella loro vita quotidiana, vivendo esperienze uniche e memorabili.

 

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno del mensile Wall Street Italia. Per abbonarti  clicca qui