ROMA (WSI) – Le domande risuonano nei corridoi di Wall Street e di altre piazze finanziarie, da un bel po’ di tempo: l’azionario globale versa in uno stato di bolla? Si può parlare di bolla ‘conclamata’ o di bolla che sta per arrivare? Alcuni rispondono che c’è ancora margine di rialzo; altri parlano di mercati che sono semplicemente noiosi; i più preoccupati ritengono che sia arrivato il momento di ridurre la propensione al rischio. Un articolo di Bloomberg riporta le riflessioni, a tal proposito, di Credit Suisse.
In una nota che è stata pubblicata stamattina, la divisione di analisi del colosso svizzero scrive che esiste il forte potenziale che una bolla si formi. “Crediamo che esista una probabilità del 60-70% che una bolla possa formarsi..(ma non siamo) ancora in una bolla”.
Uno dei motivi risiede nella valutazione dei rapporti P/E.
Nelle precedenti bolle, il P/E si attesò in media a 28 volte circa gli utili. Al momento, invece, il P/E di Wall Street è decisamente più basso, a 16,8 gli utili. Ciò significa che in teroria Wall Street avrebbe un margine di rialzo +60% (fermo restando che gli utili dovrebbero rimanere invariati)
E’ la stessa Credit Suisse, poi, a presentare una tabella sulle condizioni sine qua non che si devono presentare per parlare di bolla. Condizioni che nella maggior parte dei casi non sono presenti al momento (guarda grafico).
Probabilmente i dati più interessanti sono quelli che si riferiscono ai mercati toro che sono durati diversi anni, caratterizzati da guadagni reali, calcolati su base mediana, del 380%.
Nella tabella stilata con Thomson Reuters, si nota che il mercato toro attuale, iniziato a Wall Street nel 2009, impallidisce quasi rispetto a quelli del passato, con un ritorno reale assoluto che è salito di “appena” +152%; rispetto al balzo +650%, per esempio, del mercato toro che iniziò nell’agosto del 1982 e che terminò nel marzo del 2000.
E ancora, Wall Street (più precisamente lo S&P 500) è al di sopra di appena il 7% rispetto al massimo del precedente mercato toro secolare, in termini reali. [ARTICLEIMAGE]
Detto questo, per Credit Suisse si stanno presentando comunque le condizioni per una “eccessiva valutazione dell’azionario”. Tra i motivi che invitano a stare attenti, l’eccesso di liquidità e la politica monetaria espansiva, il fatto che gli investitori retail rimangano in gran parte alla finestra – il che significa che ci sono ancora persone che preferiscono aspettare prima di posizionarsi sul mercato – e la convinzione del team secondo cui gli utili Usa non sono così vulnerabili come qualcuno potrebbe pensare. E su quest’ultimo punto, sebbene i settori tecnologico e farmaceutico abbiano esteso i margini EBITDA, il mercato nel complesso è in linea con la media di lungo periodo. (Lna) [ARTICLEIMAGE]