Credit Suisse: continua il valzer di poltrone, mentre crescono rumor su tagli forza lavoro
Continua il valzer di poltrone in Credit Suisse, mentre si susseguono le indiscrezioni su consistenti tagli alla forza lavoro a livello globale, con potenzialmente migliaia di uscite (la banca aveva oltre 51 mila dipendenti al 30 giugno).
Dopo il cambio dell’a.d. (Ulrich Korner, head of Asset Management, è succeduto al ceo Thomas Gottstein), il gruppo bancario svizzero ha annunciato oggi che Dixit Joshi diventerà il nuovo cfo al posto di David Mathers, che lascerà l’incarico ad ottobre.
Mathers aveva già annunciato le sue dimissioni ad aprile, ma voleva restare fino a quando non fosse stato trovato un successore. Joshi viene da Deutsche Bank. E’ stato tesoriere del Gruppo negli ultimi cinque anni e ha svolto un ruolo chiave nella ristrutturazione della banca e del suo bilancio, si legge nella nota. Il manager aveva già lavorato per Credit Suisse tra il 1995 e il 2003.
Credit Suisse: tutte le nuove nomine
Le nuove nomine non si limitano alla poltrona di cfo. Francesca McDonagh, precedentemente annunciata come CEO della regione EMEA, viene nominata Group Chief Operating Officer, a partire dal 19 settembre 2022. Questo nuovo ruolo supporterà il Group CEO nella direzione e nello sviluppo strategico del Gruppo, compresa la trasformazione operativa e dei costi.
Francesco De Ferrari, amministratore delegato della divisione Wealth Management, che ha agito in qualità di amministratore delegato ad interim della regione EMEA, assume la carica a tempo indeterminato con effetto immediato.
Michael J. Rongetti assumerà con effetto immediato la carica di CEO ad interim della divisione Asset Management, in sostituzione di Ulrich Korner, nominato Group CEO. Inoltre, continuerà a ricoprire il ruolo di Head of Asset Management Americas e Global Head of Investments and Partnerships.
Inoltre, Michael Bonacker viene nominato Group Head of Transformation, guidando il modello operativo e il lavoro di trasformazione dei costi per il Gruppo.
Le nomine sono parte degli “sforzi per rendere Credit Suisse un Gruppo più forte, più semplice ed efficiente con rendimenti più sostenibili”, ha detto Ulrich Korner, Group CEO.
Primo semestre da dimenticare per i conti
Nella prima parte dell’anno, Credit Suisse ha lanciato diversi profit warning, con la divisione Investment Banking al centro delle critiche, tanto che il primo azionista, Harris Associates, che ha una partecipazione di oltre il 10%, ha pubblicamente chiesto di ottenere rendimenti sostenibili nel prossimo anno o due, oppure di esplorare opzioni tra cui una vendita, uno spin-off o una fusione.
Nel secondo trimestre, il numero due del settore bancario svizzero ha registrato una perdita molto più pesante del previsto, a 1,59 miliardi di franchi svizzeri (1,6 miliardi di euro). La banca, che aveva registrato un utile netto di 253 milioni di franchi nel secondo trimestre dello scorso anno, aveva già emesso un profit warning sui suoi risultati all’inizio di giugno a causa delle scosse sui mercati finanziari dopo l’invasione dell’Ucraina