ROMA (WSI) – “Il consolidamento bancario e la dismissione degli npl saranno in molti casi complementari”. A dirlo Ignazio Angeloni, membro del supervisory board della Bce, confermando che su questo front si gioca il riassetto del sistema bancario. Il tutto partendo dal Monte dei Paschi di Siena.
La banca senese continua ad essere nell’occhio del ciclone.
Ieri a Piazza Affari ha perso il 3,34% portando la capitalizzazione di Borsa a 492 milioni di euro. Il 24 ottobre sarà il D-day del Monte dei paschi, il giorno in cui il cda si riunirà per decidere sull’aggiornamento del piano industriale, l’importo della ricapitalizzazione e i dettagli dello smaltimento di 28 miliardi circa di sofferenze lorde. Ed è sul terreno degli Npl che si sta consumando il duello tra il Fondo Atlante e la banca d’affari americana Jp Morgan.
Mentre il primo sarebbe disposto ad acquistare gli Npl a circa il 33% del valore di carico, la banca americana vorrebbe fornire un prestito ponte in cambio della garanzia sul totale monte sofferenze valutato al 17%. Lo snodo degli Npl, partendo dal caso Mps si rivela decisivo per tutto il sistema bancario italiano.
Questo perché la Jp Morgan chiede uno sconto per l’acquisto dei crediti deteriorati sconto che, se venisse applicato anche ad altri istituti quali Unicredit, banca Carige e anche le quattro good bank ancora senza compratore, le necessità di capitale crescerebbe creando un nuova tempesta cosa che la Bce vuole evitare.