Crediti in sofferenza: per Eba con scadenza moratorie rischio di aumento
Le moratorie e le garanzie pubbliche relative a COVID-19 hanno dato respiro ai mutuatari e hanno permesso alle banche di concedere nuovi prestiti a molte aziende colpite dalla crisi.
Così sottolinea l’Eba, l’Autorità bancaria europea, che ha pubblicato una prima valutazione dell’uso delle moratorie COVID-19 e delle garanzie pubbliche in tutto il settore bancario dell’UE, prevedendo alla scadenza delle moratorie aumenti dei crediti in sofferenza, effetto che dovrebbe essere attentamente monitorato dalle istituzioni e dalle autorità di vigilanza.
Le misure di sollievo fiscale adottate dagli Stati membri
Con la diffusione del COVID-19 in Europa e nel mondo, gli Stati membri hanno adottato misure di sollievo come le moratorie sui rimborsi dei prestiti e i PGS, i sistemi di garanzia pubblica, nonché misure fiscali, al fine di mitigare l’impatto immediato del lockdown improvviso dell’attività economica, sostenere i nuovi prestiti e dare respiro ai mutuatari.
A giugno 2020, dice l’Eba, è stato concesso un volume nominale di prestiti pari a 871 miliardi di euro di moratorie sui rimborsi dei prestiti, che comprende circa il 6% dei prestiti totali delle banche e quasi il 7,5% dei prestiti totali alle famiglie (HH) e alle Società non Finanziarie (SNF). In totale, il 16% dei prestiti alle PMI è stato oggetto di moratorie, seguito dal 12% dei prestiti per immobili commerciali (CRE) e dal 7% dei mutui ipotecari residenziali.
L’uso delle moratorie è stato ampiamente diffuso tra i paesi e le banche, con alcune banche che hanno segnalato che quasi il 50% dei loro prestiti totali a SNF e Famiglie sono stati soggetti a moratorie. Le banche cipriote, ungheresi e portoghesi hanno segnalato la quota più elevata di prestiti soggetti a moratoria. Le banche francesi, spagnole e italiane hanno segnalato i maggiori volumi di prestiti soggetti a moratoria.
A giugno 2020 inoltre, continua l’Eba, circa il 50% dei prestiti soggetti a moratoria doveva scadere prima di settembre 2020, mentre l’85% dei prestiti doveva scadere prima di dicembre 2020.
Tuttavia, a causa della seconda ondata di COVID-19, alcuni Paesi hanno già annunciato una proroga automatica delle moratorie oltre la fine dell’anno. Sempre a giugno 2020, i prestiti di nuova origine soggetti a garanzie pubbliche ammontavano a 181 miliardi di euro, pari all’1,2% del totale dei prestiti.
Tali prestiti sono stati concessi prevalentemente alle SNF, che rappresentano circa il 95% del totale dei prestiti assistiti da questo tipo di garanzie. Le banche in Spagna hanno avuto la quota più alta di nuovi prestiti soggetti a PGS rispetto al totale dei prestiti, mentre le banche in Francia, Italia e Portogallo hanno segnalato anche volumi rilevanti. Le banche di altri paesi europei hanno segnalato volumi molto bassi, e alcuni paesi non ne avevano nessuno.
Da qui l’Eba prevede che alla scadenza delle moratorie potrebbero verificarsi aumenti dei crediti in sofferenza e nelle esposizioni ristrutturate e pertanto le istituzioni e le autorità di vigilanza dovrebbero monitorare attentamente questo effetto. L’Autorithy conclude affermando che seguirà da vicino l’evoluzione delle moratorie e dei sistemi di garanzia pubblica (PGS) nei trimestri successivi.