(9Colonne) – Bruxelles, 23 feb – Ogni anno migliaia di imprese europee perdono opportunità commerciali e contratti a causa della carenza di competenze linguistiche. E’ quanto emerge da uno studio realizzato per conto della Commissione europea dal Cilt, il Centro nazionale britannico per le lingue. La conclusione a cui giunge lo studio, realizzato nel 2006 e pubblicato oggi, è che le piccole imprese europee avrebbero enormi possibilità di accrescere le loro esportazioni se investissero maggiormente nelle lingue e definissero strategie linguistiche coerenti. “Investire in competenze linguistiche non è uno sgradito costo da sostenere per svolgere un’attività commerciale, ma semmai è un modo per accrescere enormemente le opportunità commerciali delle imprese – ha dichiarato il commissario europeo per il Multilinguismo Leonard Orban – È mia intenzione porre il multilinguismo al centro della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione”. Lo studio è primo tentativo a livello europeo di stimare il costo che le imprese europee devono sostenere a causa della carenza di competenze linguistiche. I risultati riguardano un campione di 2000 piccole e medie imprese di tutta Europa. Quasi la metà delle Pmi esportatrici che hanno partecipato all’indagine ha in programma di espandersi in nuovi mercati esteri nei prossimi tre anni e prevede quindi una crescita del proprio fabbisogno di competenze linguistiche. Tuttavia, invece di investire esse stesse nella formazione linguistica, le imprese preferiscono attendere che siano i sistemi nazionali di istruzione e formazione a fornire loro persone in possesso di competenze adeguate; oppure, più semplicemente, cercano sul mercato del lavoro persone geograficamente mobili, che abbiano le competenze linguistiche necessarie. La ricerca dimostra che questo modo di procedere si sta rivelando sempre più inadeguato. Una quota non indifferente di imprese europee perde opportunità di esportazione.