ROMA (WSI) – “Abbiamo accumulato un po’ di esperienza, siamo più sicuri di noi stessi. E allora diciamo: se cade il governo, Napolitano ci dia un mandato esplorativo. Proponiamo due, tre, cinque punti base e poi si torna al voto. Siamo pronti”. Così Vito Crimi in una intervista a Repubblica. Il senatore 5Stelle spiega, “Al presidente già a febbraio chiedemmo la stessa cosa. Lui ci rispose: prima tocca al Pd, poi al Pdl, infine a voi. La fine delle larghe intese significherebbe l’arrivo del nostro turno”.
E se succedesse, spiega Crimi, “Ci prendiamo una settimana per mettere in fila le cose che vogliamo fare, quelle di cui non si può fare a meno. Penso soprattutto a legge elettorale, reddito di cittadinanza e misure per le piccole e medie imprese. Con quel pacchetto facciamo una sorta di appello ai parlamentari e chiediamo: chi ci sta? Cercando di saltare i filtri della partitocrazia”. Non è, a suo dire, un’ipotesi implausibile, perché “noi lavoriamo molto con i colleghi di altri partiti, dal Pd a Sel, ma come pure del Pdl. Ci troviamo nelle commissioni, scopriamo di condividere molte cose. Ti fanno segno come a dire ‘la pensiamo come voi’, poi alla fine ci votano contro…”.
Come eventuale premier, Crimi indica “una personalità esterna al Movimento, sul solco dei nomi che uscirono fuori dalla Quirinarie: tutte persone scelte perché avevano mostrato autorevolezza e onestà nel proprio campo. E – sottolinea – c’erano anche politici, come Prodi e Bonino”. Una scelta che dovrebbe essere di nuovo rimandata agli iscritti: “Quell’esperimento ha funzionato e noi pensiamo che si dovrebbe avere più fiducia del proprio elettorato. Dovrebbe farlo anche il Pd”
Un monito agli alleati del Pdl a non mettere davanti alla stabilità del governo interessi di parte e un invito pressante a modificare al più presto, a ottobre, il Porcellum. Questi sono i due principali messaggi mandati a chiare lettere dal premier Enrico Letta dal meeting di Rimini di Comunione e Liberazione.
Il presidente del Consiglio ha reso palesi quali sono le priorità del governo dopo la breve pausa estiva: “La legge elettorale andrà approvata a ottobre. E’ il cambiamento più urgente da fare”, ha dichiarato Letta, come riporta “Repubblica”. La seconda frase di peso è rivolta a chi mette in pericolo la tenuta dell’esecutivo: “Nessuno interrompa questo percorso di speranza che abbiamo cominciato”, ammonisce il premier aggiungendo: “Gli italiani puniranno tutti coloro che anteporrano interessi personali a quello comune, che è quello di uscire dalla crisi”.
Letta ha poi parlato delle elezioni e del risultato che ha portato alle larghe intese, ma anche al fenomeno dei “professionisti del conflitto”: “L’incontro non vuol dire che le differenze scompaiono – ha premesso il capo del governo -. Fa paura solo a chi è incerto della propria identità e dei propri valori”. Altra cosa, ha messo in guardia il premier, “sono i professionisti del conflitto che vogliono coprire il loro vuoto di valori e di idee con il conflitto permanente”.
(TMNews)