Criptovalute e banche centrali, verso una nuova era delle monete
di Gianni Bizzarri, Amministratore Delegato di Banca Ifigest e fondatore di Fundstore
Negli ultimi giorni è tornato in auge il tema delle criptovalute tra le Istituzioni europee, in particolare presso la BCE, che ha avviato il processo che porterà alla creazione di un Euro digitale.
L’ascesa dei metodi di pagamento digitali è sicuramente un fenomeno in forte aumento e la volontà di ridurre l’utilizzo del contante è ormai un dato consolidato.
Scendono quindi in campo ufficialmente la FED e la BCE, che tenteranno di colmare il gap con l’unico vero player “pubblico” sul fronte digital money: la People’s Bank of China, che sta testando da anni nuovi sistemi di pagamento per arrivare alla digitalizzazione dello Yuan. Nel Paese del Dragone, i sistemi di pagamento extrabancari – come WeChat e Alipay – sono già molto diffusi tra la popolazione e questo potrebbe rendere l’affermazione dello Yuan digitale più semplice.
Tra i membri del Board che lavora sul progetto europeo c’è l’italiano Fabio Panetta, alla guida della Task force sulla central bank digital currency, secondo cui l’euro digitale renderebbe la moneta più appetibile, rafforzando di conseguenza il sistema finanziario.
I cittadini sarebbero dotati di una carta/tessera che funzionerebbe da borsellino elettronico, privato e personalizzato, in cui poter caricare la moneta in forma digitale.
Per poter usufruire delle criptovalute delle banche centrali non servirà un conto in banca, ma un nuovo conto agganciato direttamente alla BCE, che, come da progetto, delegherà la gestione al dettaglio dei conti alle banche nazionali.
Operazioni come quella di “Helicopter Money” della FED sarebbero facilitate, trasparenti e sicure.
Libra, la criptovaluta di Facebook
Sul mercato delle valute digitali ricordiamo inoltre l’avvento di Libra, la criptovaluta di Facebook, il cui lancio è stato rimandato a causa della pandemia ma che già nel 2021 potrebbe fare il suo esordio. Nel caso di successo del progetto, la diffusione potrebbe essere rapida e globale dato il bacino di utenti a cui Facebook ha accesso.
I retroscena sono ancora in fase di calcolo: un organismo privato come Facebook, svincolato da regolamentazioni pubbliche, avrebbe in mano uno strumento di controllo delle transazioni, cosa che lo renderebbe un ente potentissimo.
Libra infatti sarebbe una “stablecoin” in quanto, a differenza dei Bitcoin, non sarebbe soggetta a quotazioni perché agganciata ad un paniere di valute (50% dollaro e altre, con prevalenza Euro).
Infatti potrebbe essere più conveniente utilizzare Libra rispetto alle monete nazionali, soprattutto in quei Paesi dove la moneta varrebbe meno.
Questo potrebbe rappresentare una grossa insidia per le autorità di regolamentazione e gli Stati ma, al contempo, potrebbe essere una vera rivoluzione.
La più grande rivoluzione tecnologica globale
I risvolti positivi e negativi della digitalizzazione della moneta sono molti e ancora parzialmente opachi, anche se tutto quello di cui abbiamo parlato è molto più vicino di quello che si potrebbe pensare.
La digitalizzazione della moneta potrebbe essere la più grande rivoluzione tecnologica globale dall’inizio del secolo e cambiare radicalmente il nostro modo di vivere.
Sicuramente da qui a pochissimi mesi si avranno dei risvolti concreti e l’argomento sarà al centro di dibattiti in tutti i maggiori Paesi.