Il digitale che avanza è oramai la quotidianità. Quella che si sta affermando è una economia digitale, con il mondo blockchain e degli asset digitali che proseguono inarrestabili la loro crescita. Nell’ultimo anno proprio la blockchain, gli asset digitali e i servizi finanziari hanno subito cambiamenti significativi e non solo a causa dello scoppio della pandemia ma anche per via della proliferazione dei mezzi digitali.
Corsa criptovalute. Un contesto in rapidissimo mutamento che vede come protagoniste assolute le criptovalute. Un esempio su tutti sono i record macinati di recente dalla più famosa delle cripto: il bitcoin. Nato poco più di dieci anni fa, ha fatto registrare il record di sempre a inizio novembre quando ha infranto la soglia dei 68mila dollari. Bitcoin&Co. stanno catalizzando sempre più l’attenzione degli investitori, ma sta destando anche l’interesse da parte delle istituzioni. Ma quale è lo stato dell’arte? Cosa si può fare oggi?
Alcune risposte arrivano dalla recente Global Blockchain Survey 2021 di Deloitte che offre una panoramica sul ruolo e sull’impatto trasformativo che gli asset digitali e le tecnologie blockchain svolgono sull’industria globale dei servizi finanziari (FSI). In effetti, oltre l’80% degli intervistati ha dichiarato che gli asset digitali saranno “molto/abbastanza importanti” per i loro settori nei prossimi 24 mesi. In ogni caso dallo studio emerge che la propensione all’adozione della blockchain e degli asset digitali sta crescendo notevolmente. Partendo proprio dai numeri e dalle tendenze intercettate dalla ricerca, nel corso dell’ultima SIAT QuanTech Conference 2021, Paolo Gianturco, Business Operations and Fintech leader di Deloitte Consulting, ha delineato un quadro delle aspettative attuali e future per il settore dei servizi finanziari a livello mondiale circa gli asset finanziari, nonché i loro impatti e opportunità per il settore bancario.
Tre opportunità concrete. Nel mondo delle cripto il bitcoin domina anche in termini di volumi (43%), seguita dall’Ethereum con il 20% e poi tutte le altre con il 37%. Attorno a questa realtà si sono sviluppati tre opportunità di business concrete per gli operatori dei servizi finanziari. La prima, forse anche quello più riconosciuta, è il trading, con la raccolta e la gestione di ordini e posizioni che richiede una competenza specifica sulla materia. La seconda è la cosiddetta custody, ovvero custodire questi asset in maniera strutturata. Infine, c’è l’utilizzo delle cripto come sistema di pagamento, per intercettare l’aumento di coloro che preferiscono ricevere pagamenti in cripto. Non solo micro, ma anche pagamenti di valore.
“Questi sono i tre business del momento, quelli più concreti e che vengono maggiormente richiesti – spiega Gianturco -. Anche se non perdiamo di vista le problematiche legate alla regolamentazione, questi tre business si stanno instradando bene. Ad esempio, nella parte trading la Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA) dovrebbe dare delle linee guida sempre più chiare, mentre la custudy rientrerà nell’area Mifid. Anche sulla parte di payment processing MiCa rappresenta un punto di riferimento”. Il messaggio che arriva da Deloitte, che vale soprattutto per gli operatori finanziari, è che possono sfruttare la situazione di vantaggio che hanno acquisito nel tempo in termini di competenze e gestione dei servizi finanziari.
“Riteniamo che gli operatori finanziari abbiano un indubbio vantaggio in questo momento, se mettono da parte le preoccupazioni di carattere reputazionale”, afferma Gianturco sottolineando che le cripto saranno normate e ci sarà una regolamentazione che permetterà di muoversi in maniera abbastanza sicura. Insomma, l’invito è di entrare in questo mondo ma con la giusta rete. “Non si può fare da soli ma bisogna avere una rete di competenze a cui affidarsi – afferma l’esperto di Deloitte Consulting – Un vero e proprio ecosistema con partner tecnologici, accademici, operativi e istituzionali a cui spetta il compito di risolvere una serie di tematiche per aggirare problemi nell’esecuzione delle operazioni e dei servizi. Un percorso su sui sono orientate anche le banche”. Di pari passo, il contesto utilizza piattaforme aperte grazie alle quali si sfrutta la capacità di lavorare con partner differenti. “Questo è un mondo in cui la connessione non è solo informatica ma anche di servizio, di partnership e di processi. Un concetto che molte banche stanno acquisendo”. Gianturco cerca di sfatare anche un’ultima questione: i bitcoin non sono meno controllabili di altri prodotti finanziari. Anzi possono essere più analizzabili e quindi più sicuri sia per gli investitori che per i consumatori finali.