Regolamentare il mercato delle criptovalute? Non è una buona idea per Elon Musk, numero uno di Tesla, tra i maggiori investitori al mondo in criptovalute. Lo ha confermato martedì scorso durante una conferenza stampa in California, rispondendo alla domanda di una giornalista, che gli chiedeva appunto la sua opinione in merito ad una maggiore regolamentazione dello spazio crittografico da parte del Governo Usa.
La riposta di Musk è stata chiara:
“Non farei nulla. Se non è possibile, penso, distruggere le criptovalute, è possibile che un intervento del governi rallenti i progressi del mercato “.
Tesla ha dichiarato all’inizio di quest’anno di aver acquistato bitcoin per 1,5 miliardi di dollari. Il valore di tali partecipazioni è cresciuto fino a circa 2,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre con l’aumento dei prezzi dei bitcoin. Da allora i prezzi del Bitcoin sono scesi, insieme a quelli di altri token.
Musk, che non ha mai nascosto il suo sostegno nei confronti delle diverse monete digitali ha riconosciuto che le criptovalute non hanno tutte le risposte ai mali della società. “Penso che ci sia un certo valore, non sono certo la seconda venuta del Messia”.
Musk: “intervento Cina sulle criptovalute dovuto al mining”
In merito poi alle dichiarazioni della Banca Centrale Cinese (Pboc), che ha definito come “illegali” tutte le transizioni in valuta digitale,, l’imprenditore sudafricano ha detto che la mossa dell’istituto di politica monetaria cinese va ricollegata all’attività di mining e ai “significativi problemi di generazione di elettricità” del paese.
“Parte di esso potrebbe effettivamente essere dovuto alla carenza di elettricità in molte parti della Cina”, ha affermato Musk. “Molta parte della Cina meridionale in questo momento sta vivendo interruzioni di corrente perché la domanda di energia è più alta del previsto. E il mining di criptovalute potrebbe avere un ruolo in questo”, ha detto. A un livello più alto, la natura decentralizzata delle criptovalute potrebbe rappresentare una sfida per il governo cinese. “la criptovaluta riduce il potere di un governo centralizzato”, ha detto Musk. “E questo non piace.”
Per il mercato delle criptovalute, Pechino è stata foriera solo di cattive notizie quest’anno. Sono stati introdotti forti vincoli alle attività di mining, che in Cina sono sempre state di casa per via dei ridotti costi dell’energia elettrica.
Pechino, tuttavia, avrebbe adottato una linea dura anche per limitare i consumi di energia legati al mining. Sullo sfondo, poi, prosegue in stadio avanzato di sperimentazione il progetto dello yuan digitale, che potrebbe diventare già dall’anno prossimo la prima moneta digitale emessa da una banca centrale di prima grandezza.
Questo progetto, oltre a rappresentare un possibile strumento per esportare l’influenza dello yuan all’estero, diventerebbe un concorrente pubblico alle criptovalute utilizzate come forma di pagamento – assicurando la centralità della moneta ufficiale negli scambi del “mondo reale”.