Una crisi alimentare globale è quella che si prospetta nel breve termine come conseguenza della guerra in Ucraina. Il prezzo del cibo al livello globale nel 2022 salirà del 23%, dopo essere lievitato del 31% già nel 2021.
Nel Regno Unito il governatore della banca centrale inglese, Andrew Bailey ha parlato di un potenziale aumento “apocalittico” dei prezzi sul mercato degli alimentari, mentre in Italia come evidenziato dall’Istat i prezzi dei prodotti alimentari hanno registrato una forte crescita, al punto che una famiglia, nel 2022, dovrà mettere in conto una maggiore spesa solo per il cibo pari a circa +480 euro.
Crisi alimentare dietro l’angolo: la soluzione secondo BCG
Occorre agire in fretta, e l’azione deve essere coordinata, a partire dalla condivisione dei dati come afferma uno studio di Boston Consulting Group in un nuovo report dal titolo “The War in Ukraine and the Rush to Feed the World”, che ha analizzato il problema partendo dalle conseguenze che la guerra avrà sulla catena del cibo e prospettando una soluzione che coinvolge molti attori, dalle istituzioni internazionali ai singoli stati, dal mondo finanziario al settore privato, passando per il ruolo chiave delle ong e di tutto il settore sociale.
Avere a disposizione l’ammontare degli stock globali e dei flussi commerciali di grani e semi da olio aiuterebbe, infatti, a convogliare meglio le risorse e aiutare le popolazioni più colpite, oltre al fatto che una maggiore trasparenza del mercato avrebbe come conseguenza una minore speculazione sulle materie prime agricole.
Il primo step da compiere secondo gli analisti spetta ai governi dei Paesi sviluppati, che hanno il compito di finanziare il World Food Program e le ong che sono impegnate nell’assistenza umanitaria in Ucraina e nelle altre regioni più colpite dall’impatto della guerra. I Paesi esportatori netti di grano sono chiamati a strutturare una strategia unitaria per liberare scorte e inviarle dove sono più necessarie.
Oltre a questo, occorre varare misure finanziarie che permettano di ricostruire il settore agricolo ucraino una volta che la guerra sarà finita, senza dimenticare quei Paesi nell’Africa Subsahariana, nell’Asia meridionale, nell’America centrale e nei piccoli stati insulari, che avranno bisogno di sementi e fertilizzanti per recuperare le interruzioni della semina a causa della guerra.