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CRISI ARGENTINA: UN FUTURO INCERTO

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Le azioni e le obbligazioni argentine continuano a perdere, mentre aumentano i dubbi che il governo possa effettivamente mantenere la promessa di tagli alle spese e di copertura del deficit di $1,5 miliardi previsti per quest’anno.

Giovedì i prezzi delle obbligazioni hanno perso un ulteriore 8%, mentre la borsa argentina ha perso l’8%.

Gli economisti cominciano a temere un contagio delle altre economie latino-americane.

Fernando de la Rúa, il presidente dell’Argentina, ha detto mercoledi che il paese si sarebbe mosso immediatamente per pareggiare il bilancio.

Per il ministro dell’economia Domingo Cavallo la politica del governo sarà lo “zero deficit”, cioè il governo non potrà spendere più di quanto incamera con le tasse: “Non possiamo più vivere con i prestiti degli altri paesi, la verità è che non abbiamo i soldi sufficienti per mantenere l’attuale livello di spesa”.

Gli investitori temono che, anche se il governo riuscisse nella politica di riduzione della spesa, i tagli servirebbero solamente ad aumentare la recessione che il paese sta attraversando da tre anni a questa parte.

Il calo dei bond segnala la forza di questo timore.

All’inizio di quest’anno ha provato il ministro dell’economia Ricardo López Murphy a risolvere la situazione, ma la sua rigidità lo aveva fatto durare appena 15 giorni. E la politica del suo successore Cavallo non ha sortito alcun effetto, anche perché secondo la legge argentina la raccolta delle tasse passa attraverso i governatori provinciali, che non vedono di buon occhio questa politica di tagli.

Cavallo ha detto che il paese deve chiamarsi fuori il più possibile dai mercati internazionali e concentrarsi sulla crescita del prodotto interno lordo.