BRUXELLES (WSI) – Razionalizzare l’architettura delle banche e garantire che possano finanziare le proprie crisi senza l’aiuto dei contribuenti sarà una priorità per l’anno prossimo. A dirlo Elke Koenig, capo dell’SRB (Single resolution board) dell’Ue in un’intervista a Bloomberg.
“Nelle banche vi è qualcosa che assomiglia più a una ragnatela che a una struttura pulita”.
La SRB fa parte degli sforzi dell’Unione europea per porre fine al problema delle banche troppo grandi per fallire. Nel 2018, il Comitato, dice la Koening, adotterà piani di risoluzione per quasi tutti i 140 istituti che rientrano nelle sue competenze, per poi iniziare a individuare “ostacoli sostanziali” ad una liquidazione ordinata. In base al diritto europeo, quando la SRB incontra tali ostacoli, invia una relazione alla banca, che deve rispondere entro quattro mesi su come intende risolvere il problema. Se la SRB non è soddisfatta, può incaricare l’autorità di vigilanza di imporre una serie di misure alla banca, tra cui l’emissione di passività per l’assorbimento delle perdite, la modifica delle sue strutture giuridiche o operative e la vendita di attività. Per la Koenig l’SRB deve assicurarsi che le banche abbiano strutture risolvibili.
“La struttura ideale per me è quella in cui è possibile isolare alcune funzioni per mantenerle in funzione nel caso succeda qualcosa di imprevisto”.
La cosa migliore è attuare un approccio informale, parlando direttamente con i manager piuttosto che inviare avvisi ufficiali. Tuttavia l’auspicio è che le banche aumentino la disponibilità dei dati e assicurino che le loro passività possano essere utilizzate per coprire le perdite, come previsto dalla legge: in sostanza le banche dovrebbero disporre di capitali sufficienti per potersi salvare da sole senza dover ricorrere ai soldi dei contribuenti o dei correntisti/obbligazionisti.