Economia

Crisi debito, marea di migranti dal Sud verso l’Est Europa

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – In una campagna elettorale dai toni molto duri, il partito di estrema destra del Front National tappezzo’ le strade di Francia di cartelli raffiguranti idraulichi polacchi pronti a rubare il posto di lavoro ai francesi.

Ora chissa’ che lo stesso non avvenga in Polonia, ma a ruoli invertiti. I tanti problemi dell’area periferica dell’Eurozona – scrive in un’inchiesta il Financial Times – stanno invertendo la rotta dei migranti, che ora fanno le valigie nei paesi del Mediteranneo e vanno in cerca di lavoro in quell’Est Europa che fino a qualche anno prima era origine della fuga di braccia giovani e cervelli.

Spagnoli, portoghesi, italiani e persino qualche francese sono tentati dalle citta’ dell’est, in cerca non di avventura ma per trovare lavoro. “La mia casa ora e’ qua – Penso al Portogallo solo come un’eventuale meta per quando andro’ in pensione”, racconta Hugo Varzielas, 33 anni, nato nel paese lusitanto e ora impiegato come analista finanziario del centro di outsourcing Global Business di HP, a Wroclaw.

“Se si guarda al lungo termine in Polonia, l’economia salira’, salira’, salira’, mentre in altri paesi dell’Occidente europeo non sara’ proprio cosi'”, osserva l’uomo. Varzielas non e’ il solo. Almeno il 10% dei 100 mila dipendenti che ora lavorano nel suo settore sono stranieri. Secondo Jacek Levernes, numero uno dell’associazione dei “Business Leaders” in Polonia, un gruppo lobbysta che rappresenta un mercato in rapida crescita (previsto un +20% solo quest’anno).

Le statistiche dicono che circa 7 mila cittadini dell’Unione Europeo si stanno trasferendo in Polonia l’anno, ma i dati non sono del tutto esaurienti, perche’ on tengono conto di chi si trova nel paese ma non si e’ registrato. E questo non e’ un obbligo che hanno gli immigrati nel paese dell’Est.

“E’ un flusso invisibile, che si basa su una prova aneddotica, ma non c’e’ dubbio della sua esistenza”, spiega al quotidiano della City Krystyna Iglicka, esperta di demografia al think tank “Centro per le Relazioni Internazionali” di Varsavia.

Il motivo che spinge tutte queste persone a trasferirsi in Polonia e’ la crescita economica della nazione. E’ l’unico membro della Ue ad aver scongiurato l’appuntamento con la recessione nel 2009. E nonostante un rallentamento forte, il Pil cresce a un ritmo del 2%, molto meglio degli altri stati del continente.