Oggi la crisi di governo avviata da Matteo Renzi entra nel vivo. A mezzogiorno alla Camera il premier Conte terrà il suo discorso facendo appello ai cosiddetti “responsabili” e sottolineando l’importanza della ripartenza e del legame con l’Europa.
Nel fine settimana i leader dei vari partiti hanno rilasciato dichiarazioni interlocutorie vista la decisione di numerosi parlamentari di Italia Viva di non volere seguire il leader Matteo Renzi nella sfiducia al governo. Renzi sembra quindi essere tornato sui propri passi alla ricerca di una mediazione con il governo.
In questo modo il presidente del Consiglio spera di tenere la maggioranza assoluta e di conquistare, domani al Senato, una fiducia che si avvicini il più possibile ai 161 voti, ovvero la maggioranza assoluta.
Visto però che la Costituzione non impone che i governi siano tenuti a battesimo da una maggioranza assoluta, domani a Conte è sufficiente la maggioranza semplice (o relativa), che si ottiene con un voto in più di quelli dell’opposizione.
Ci sono numerosi precedenti che vincolerebbero il presidente della Repubblica Mattarella ad accettare, indipendentemente da come lo giudichi, questo risultato. Dal quale il premier uscirebbe automaticamente confermato al timone di Palazzo Chigi, senza bisogno di dimettersi e rinascere sotto la voce di un Conte ter.