E’ il giorno più lungo per il governo Draghi. Dopo giorni di incertezze e ipotesi, oggi si conosceranno le sorti dell’attuale esecutivo, dopo la crisi di governo innescata la scorsa settimana a seguito della mancata fiducia del M5s al decreto aiuti. “Mercoledì scorso ho rassegnato le dimissioni. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta“. ha detto il premier Mario Draghi nelle prime battute del suo discorso al Senato, in cui ha spiegato come “non votare la fiducia di un governo di cui si fa parte è un gesto politico evidente. Non è possibile ignorarlo, non è possibile contenerlo perché vuol dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo perché viene dopo mesi di strappi e ultimatum. L’unica strada se vogliamo ancora rimanere insieme è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo sono soprattutto gli italiani. La mobilitazioni di questi giorni è senza precedenti e impossibile da ignorare”, ha spiegato il premier.
Nel suo intervento Draghi ha poi rivendicato i risultati del suo governo: Le “riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti oltre alla corposa agenda delle semplificazioni sono un passo essenziale per l’Italia. Ad oggi tutti gli obiettivi del Pnrr sono stati raggiunti”.
Ma ha anche indicato una serie di obiettivi per i quali, ha evidenziato, serve un nuovo patto di fiducia”. “Non serve una fiducia di facciata che svanisca di fronte ai provvedimenti scomodi”. Draghi ha elencato una serie di obiettivi. Bisogna spingere sui contratti collettivi, punto di forza del sistema industriale. “Serve una riforma delle pensioni – ha proseguito – che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema retributivo”. “Il disegno di legge” sulla concorrenza, che riguarda anche “i taxi” e le concessioni balneari” deve “essere approvato prima della pausa estiva. Ora c’è bisogna di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo” non il sostegno a proteste tavolta violente.
L’iter della crisi di governo
Al termine del discorso, il presidente del Consiglio si recherà alla Camera per consegnare il testo delle comunicazioni rese a Palazzo Madama. Alle ore 11.00 riprenderà la seduta del Senato, con una discussione generale prevista fino alle 17, quando Draghi replicherà. Alle 17.30 inizieranno le dichiarazioni di voto e alle 19 partirà a “chiama” dei senatori.
La reazione dei mercati
Gabriel Debach, market analyst di eToro, ha commentato così l’intervento di Mario Draghi al Senato:
“Un discorso chiaro, ma soprattutto duro quello odierno di Draghi al Senato, colmo di rabbia per uno strappo inaspettato. Dalle parole emerge tuttavia l’apertura del Presidente del Consiglio a voler lasciare aperta la porta per il proseguimento del suo Governo: “se vogliamo stare ancora insieme”. Cinque parole che chiaramente delimitano lo stato attuale, incertezza e disponibilità. La reazione dei mercati è stata positiva, a voler soprattutto rimarcare la fiducia che riportano nella figura di Draghi, con lo spread in calo durante il suo discorso e al rialzo il FTSE MIB. Tra i principali titoli bene soprattutto Telecom, le cui sorti dipendono molto dal governo, e il settore bancario. EurUSD quasi invariato. Mercati che sembrano quindi aver apprezzato le parole, tuttavia la giornata sarà lunga con le incertezze politiche che restano ancora aperte”.