ROMA (WSI) – Come avere fiducia nel futuro se si fa fatica ad arrivare a fine mese? Non stupiscono gli ultimi dati diffusi dal sondaggio Confesercenti-Swg, che mostrano una cospicua riduzione delle spese per l’86% degli italiani. Del resto, se le banche non concedono prestiti a famiglie e imprese, l’unica strada che resta è tagliare le uscite (o i posti di lavoro).
Stando ai dati dell’indagine, il 59% delle famiglie ha dichiarato di non essere riuscita a far fronte alle spese della quotidianità. La cifra è ancora più importante, se paragonata al livello del 2010, anno in cui ancora il 72% dei nuclei familiari disponeva di un sufficiente potere d’acquisto. Il restante 41% ha inoltre ammesso di avere grosse difficoltà a far quadrare i conti anche con l’aiuto dei familiari.
La mancanza di liquidità è ormai un circolo vizioso. Le imprese non accedono ai finanziamenti bancari e non riescono a dare ossigeno alla propria attività. Scattano purtroppo i licenziamenti e, senza un lavoro, i consumi si bloccano. L’emergenza occupazionale è una della priorità politiche che, secondo il campione intervistato da Confesercenti, dovrà essere al centro dell’azione del prossimo Governo. Per il 31% dei soggetti coinvolti, l’attuale situazione del mercato del lavoro è la principale causa dell’insicurezza verso il futuro.
Ben l’86% degli italiani ritiene che l’anno appena iniziato non porterà miglioramenti rispetto al 2012, a meno che non si intervenga – appunto – sulle politiche lavorative, su una riforma fiscale efficace e su una sostanziale riduzione dei costi della politica (23% del campione per questi ultimi due elementi).
I più pessimisti vivono nel Nord-Ovest e hanno un’età compresa fra i 35 e i 44 anni mentre, a sorpresa, gli ottimisti per il 2013 sono i giovani under 24 (22,9%) e i residenti nelle Isole (22,2%). Sarà che c’è ancora speranza o che peggio di così, per alcuni, non può andare?
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