Economia

Crisi emergenti sta strozzando il commercio globale

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LONDRA (WSI) – Le guerre valutarie stanno recando più danni ancora di quanto temuto, avendo esse portate a una riduzione del commercio globale e probabilmente come conseguenza anche della crescita economica mondiale.

La debolezza delle principali economie emergenti sta strozzando il commercio mondiale. Le importazioni sono uscite ridimensionate dalla crisi delle principali economie di Brasile, Sudafrica, Cina, Russia e altri colossi asiatici, senza che ci sia stato alcun beneficio in termini di prodotti esportatati.

Sono i risultati piĂą importanti di uno studio realizzato dal Financial Times su almeno 100 paesi. Alcuni paesi stanno apportando svalutazioni delle proprie valute nazionali allo scopo di mettere fuori gioco i paesi rivali e rubare preziose quote di mercato.

Da giugno dell’anno scroso le valute di Russia, Colombia, Brasile, Cile, Messico e Turchia sono scese del 20-50% rispetto al dollaro, mentre il ringgit della Malaysia e la rupia indonesiana sono ai livelli più bassi dallo scoppio la crisi finanziari del 1998.

China, che ha permesso che lo yuan si indebolisse del 4,5% nei confronti del biglietto verde nelle ultime settimane, ha indebolito anche le altre divise dei paesi emergenti.

Il Financial Times ha messo a confronto i cambiamenti di prezzo della divisa con l’andamento dei volumi commerciali in 107 mercati in via di Svilluppo, prendendo i dati di quest’anno e di quello passato.

I calcoli mostrano come avere una valuta debole non abbia portato all’incremento sperato dei volumi delle esportazioni, mentre ha penalizzato l’import.

La svalutazione valutaria sta spingendo i prezzi alle importazioni in rialzo, abbassando la domanda per i beni comprati dall’estero. Per fare un esempio, le importazioni brasiliane sono in contrazione del 13% su base annuale come effetto della perdita di valore del real del 37%. Anche Venezuela, Russia e Sudafrica stanno vivendo crisi simile entità.

Fonte: Financial Times

(DaC)